AUTOTRASPORTO – Rincaro del gasolio per autotrazione: anche nell’Isola l’allarme delle imprese del trasporto e della logistica. Confartigianato Trasporti Sardegna: “Inasprimento camuffato da provvedimento green: un danno per le realtà già in difficoltà”. La lettera al Governo.
Anche gli autotrasportatori di Confartigianato Trasporti Sardegna lanciano l’allarme per possibili immediati aumenti del gasolio.
Da qualche settimana, infatti, sono note le proposte di legge del Ministero dell’Ambiente che punterebbero a rimuovere, progressivamente, i sussidi su questo carburante ritenuto “ambientalmente dannoso”, “riallineando progressivamente” le aliquote di accisa di benzina e gasolio a partire dal 1 gennaio 2021.
Confartigianato, insieme ad altre Associazioni, ha scritto al Governo per manifestare la propria preoccupazione e la contrarietà all’iniziativa, denunciando l’imminente rincaro.
“Sarebbe l’ennesimo inasprimento delle tasse – commentano da Confartigianato Trasporti Sardegna – stavolta camuffato con presunte motivazioni ambientali, delle quali si fatica a trovare il reale fondamento, a danno delle imprese dell’autotrasporto e della logistica. In ogni caso è bene chiarire come il trattamento differenziale tra gasolio e benzina non sia in alcun modo qualificabile come sussidio”. “E’ bene inoltre ricordare – sottolineano gli autotrasportatori artigiani – che oltre il 95% del parco veicoli adibiti al trasporto merci sono alimentati a diesel. L’incremento delle accise sul gasolio si tradurrebbe quindi in un aumento dei costi di trasporto, con l’inevitabile aumento dei prezzi dei beni di consumo”.
Secondo Confartigianato Trasporti, il comparto è di fronte a due aliquote di accisa diverse, come diversi sono i due prodotti, sia in termini di prestazioni che di impatto ambientale. Rispetto alla benzina, il gasolio (grazie anche alla crescente efficienza dei motori) consente di fare più chilometri con un litro e produce minori emissioni di CO2. Il differenziale tra le due aliquote, che si ritrova in tutti gli Stati membri dell’UE (con le sole eccezioni di UK e Belgio), era stato originariamente pensato per promuovere un graduale ricambio dei veicoli verso motorizzazioni con un ridotto impatto sul clima.
“Gli italiani hanno orientato di conseguenza le proprie scelte di consumo – continuano gli autotrasportatori – adesso è davvero surreale adottare un atteggiamento punitivo verso quei cittadini che hanno fatto esattamente ciò che gli si chiedeva di fare”.
Poi l’Associazione Artigiana propone un esempio: “Secondo i nostri studi, le imprese dell’autotrasporto versano molto di più rispetto all’inquinamento prodotto; un camion Euro6 genera un costo esterno pari a 13,1 centesimi di euro, mentre paga di sola accisa netta 40,3 centesimi, pari a oltre un miliardo di euro all’anno. “Una transizione green per non lasciare indietro nessuno”, per citare ancora una volta le parole del Ministro Costa, non potrà essere perseguita continuando ad attingere indiscriminatamente alle tasche dei cittadini”.
Confartigianato Trasporti sottolinea come, in queste condizioni di generalizzato impoverimento, inasprire un’imposta che ha per sua natura un effetto regressivo – cioè grava proporzionalmente di più sui poveri, che hanno mezzi meno efficienti e che destinano all’energia una quota maggiore della propria spesa per 3 consumi – appare non solo politicamente ingiustificato, ma anche economicamente dannoso.
Per gli autotrasportatori se si vuole promuovere la riduzione dell’impronta ecologica dei carburanti, occorre offrire opportunità tangibili di miglioramento della qualità ambientale e del tenore di vita delle persone, non si può scegliere una via punitiva che finisca per alimentare la percezione che la sostenibilità può essere perseguita solo a spese delle fasce sociali medio-basse né si può consentire un’azione punitiva contro intere categorie produttive.