MANIFATTURA – Sono più di 30mila i posti di lavoro creati dalle imprese manifatturiere sarde, tre quarti dalle micro e piccole realtà. Matzutzi (Confartigianato): “Necessario rimettere l’impresa al centro delle politiche regionali e nazionali di sviluppo e valorizzazione”.
La manifattura sarda, soprattutto quella “piccola”, continua a creare occupazione, opportunità e valore aggiunto, nonostante l’Isola veda ancora lontana la piena uscita dalla crisi.
In Sardegna, infatti, tre quarti dell’occupazione manifatturiera (il 79,2%) è concentrata nelle piccole e micro imprese, equivalenti a 23.964 addetti sul totale di 30.258 del comparto; di questi ben 14.897 lavorano nelle imprese artigiane. Il tutto si inserisce nelle oltre 7mila imprese manifatturiere regionali, di cui 5mila artigiane che, per esempio, producono alimentari, bevande, prodotti tessili e abbigliamento, intagliano legno e sughero e trasformano prodotti chimici, in gomma, in metallo e pietra, coniugando la manualità del lavoro autonomo con l’imprenditoria tecnologicamente più avanzata.
A livello nazionale, nel Manifatturiero sono occupati 4,7 milioni di persone, il 4,6% in più rispetto al 2013.
Tutto ciò è stato analizzato da una ricerca dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna che, rielaborati gli ultimi dati ISTAT disponibili del 2017, ha rilevato anche come gli addetti delle Micro e Piccole Imprese della manifattura isolana rappresentino l’8,3% del totale di quelli impiegati in tutto il sistema produttivo regionale.
A livello territoriale, 6.080 addetti dell’MPI manifatturiero li troviamo nell’ex provincia di Cagliari, 7.329 a Sassari, 3.812 a Nuoro e 2.236 a Oristano.
“Sono dati interessanti ma che non possono soddisfarci – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – considerati i recenti numeri che confermano la continua diminuzione delle imprese artigiane sarde”.
I numeri attuali dell’artigianato, infatti, descrivono una situazione assai difficile. Nel primo trimestre 2019, il comparto conta 34.811 imprese registrate presso le Camere di Commercio: 13.231 a Cagliari, 12.485 a Sassari, 6.407 a Nuoro e 2.688 a Oristano. In ogni caso, il bilancio regionale aperture-chiusure segna ancora negativo con 582 aperture e 980 chiusure, per un saldo finale di -398. Tutto il “sistema artigiano” offre lavoro e opportunità a 62.546 occupati, per 3.098 milioni di euro di valore aggiunto prodotto, in un contesto, quello dell’economia regionale, dove le aziende artigiane rappresentano il 20,7% del totale delle attività produttive regionali.
In ogni caso, nell’ultimo decennio, tante imprese della manifattura hanno saputo rinnovarsi e innovarsi, diventando così più competitive e maggiormente capaci di sfruttare le novità della tecnologia.
“E’ necessario, in ogni caso, rimettere l’impresa al centro delle politiche nazionali e regionali – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – ciò vuol dire valorizzare quel modello di micro e piccola imprenditoria che ne costituisce l’ossatura produttiva. Servono però interventi mirati a valorizzare la qualità della produzione Made in Sardegna e Made in Italy”. “Un intervento importante a livello regionale – conclude il Presidente – sarebbe il ricorso alla Legge 51, destinata alle imprese artigiane e da troppo tempo bloccata”.
Per Confartigianato Sardegna, per questo, è fondamentale difendere la competitività della manifattura sarda e italiana sul mercato interno e internazionale, eliminando costi e vincoli che penalizzano le imprese rispetto ai competitor stranieri quali fisco, burocrazia, credito, servizi pubblici, che moltiplicano gli oneri e i vincoli sulle spalle degli imprenditori.