EDILIZIA – Ecobonus: no delle imprese artigiane allo sconto in fattura – Giacomo Meloni (Presidente Confartigianato Edilizia Sardegna): “Premia i grandi a discapito dei piccoli imprenditori del “sistema casa””. Con il “decreto Crescita”, rischio “asfissia” per 23mila imprese della Sardegna.
“Rilanciare la riqualificazione edilizia, soprattutto quella dei condomini, con uno sconto pari all’agevolazione è una proposta che appoggiamo ma, tali importi non possono essere scaricati sulle nostre imprese. Il rischio è l’asfissia, per mancanza di liquidità, per le 23mila imprese artigiane sarde dell’edilizia, dell’installazione di impianti e dei serramenti”.
E’ un no secco quello che arriva dal Presiente di Confartigianato Edilizia Sardegna, Giacomo Meloni, allo sconto sulle fatture per gli interventi relativi all’ecobonus e al sismabonus, previsto dall’articolo 10 del “Decreto Crescita”.
La misura contestata dagli Artigiani, e approvata definitivamente dal Senato, prevede che i cittadini che effettuano lavori di riqualificazione energetica o antisismici, possano chiedere, in alternativa alla detrazione fiscale dal 50% all’85% spalmabile in 10 anni, uno sconto immediato sulle fatture da parte dell’impresa che ha realizzato i lavori. Sconto che l’impresa potrà farsi rimborsare dallo Stato tramite un corrispondente credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque anni. Inoltre, l’azienda potrà scegliere di cedere il credito così acquisito ai suoi fornitori di beni e servizi. Non potrà invece cederlo a istituti di credito e intermediari finanziari.
Nel 2018 in Sardegna, le detrazioni per ristrutturazioni ed ecobonus hanno attivato investimenti per 390 milioni di euro.
Facendo un esempio, rifacendo il tetto dell’abitazione per una spesa complessiva di 20.000 euro, il proprietario, ha diritto a una detrazione fiscale del 65% pari a 14.300 euro che potrà recuperare in dichiarazione dei redditi in 10 anni. Secondo l’articolo contestato, la stessa cifra potrebbe essere subito “scontata” cedendo il credito a chi ha eseguito i lavori. Quindi, per il committente, la ristrutturazione di fatto costa “solo” 5.700 euro, dato che i restanti 14.300 euro se li sobbarcherebbe l’impresa che ha realizzato i lavori.
Per il sistema dell’Edilizia di Confartigianato Sardegna, questo meccanismo penalizza proprio le migliaia di piccole imprese del “sistema casa” che non dispongono della capacità finanziaria per “anticipare” lo sconto al cliente e non sono in grado di sopportare l’onerosità dell’operazione di cessione del credito.
“Di fatto, con la misura del “Decreto crescita” – continua il Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – tante realtà dell’edilizia sarda rischiano di essere tagliate fuori dal mercato”. “C’è il rischio – sottolinea Meloni – di creare una distorsione del mercato in cui soltanto i fornitori più strutturati e dotati di elevata capacità organizzativa e finanziaria potranno anticipare ai clienti la liquidità necessaria a ottenere lo sconto, e disporranno della capienza fiscale sufficiente per compensare il credito di imposta”.
Secondo Confartigianato, si finirebbe per creare un grande “supermarket di moneta virtuale” che verrà gestita da grandi gruppi industriali e dalle principali multiutility, oggi fortemente presenti nel mercato della fornitura di prodotti e nell’offerta di servizi relativa all’ecobonus.
“Il bonus ristrutturazioni – rimarca Giacomo Meloni – ha sicuramente la finalità positiva di un investimento all’edilizia, ma fatto in questo modo, rischia di mettere fuori dal mercato artigiani e piccole imprese. Un provvedimento di questo tipo, per non ledere alcun soggetto coinvolto dovrebbe prevedere l’obbligo di acquisizione da parte dello Stato del credito di imposta generato”.
“Gli effetti negativi sull’equilibrio finanziario delle imprese artigiane è sotto gli occhi di tutti – puntualizza Meloni – queste, infatti, avrebbero un immediato e drastico problema di liquidità, dovendo contrastare una esigenza di flussi nel breve con un ritorno di risorse nell’arco di anni”. “Con ogni probabilità – conclude il Presidente – non saranno nelle condizioni di reggere la concorrenza di grandi gruppi di imprese di multiservizi che, avendo al loro interno delle finanziarie, non avvertirebbero alcun malanno”.
Senza tralasciare il fatto che le imprese artigiane che realizzano questi interventi sono spesso, loro malgrado, già ben fornite di crediti d’imposta; basti guardare alle ritenute dell’8% e al credito IVA derivante dall’applicazione obbligata di reverse charge e split payment. Ed anche l’ulteriore cessione del credito d’imposta a terzi (novità introdotta proprio per cercare di mitigare l’effetto concorrenza sleale), dovendo essere questi ultimi o fornitori di beni o fornitori di servizi delle stesse imprese che hanno realizzato il lavoro, l’individuazione di questi soggetti disposti a ricevere crediti verso lo Stato in cambio di soldi liquidi, è tutt’altro che scontata”
Confartigianato Edilizia Sardegna, continuerà a battersi contro la misura del Decreto Crescita, anche segnalando il caso all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.