Il “Salone delle Botteghe” di Sassari, presso il “Padiglione Tavolara”, domani sabato 25 marzo, con inizio alle ore 17.00. ospiterà il dibattito sul volume “Mestieri” einaugurerà la relativa esposizione fotografica, alla presenza degli autori Salvatore Masala e Sandro Ruju, con l’introduzione del Presidente di Confartigianato Sassari, Marco Rau.

L’iniziativa, organizzata da Confartigianato Sassari, inserita all’interno dell’ampia  attività del “Salone”, la cui riapertura è stata possibile grazie al finanziamento del Comune di Sassari, vuole raccontare le storie di artigiani, contadini e mercanti prima che il mondo diventasse globale e offre un’interessante prospettiva sulle tradizioni e le attività economiche che hanno formato la vita quotidiana delle persone in passato, attraverso le esperienze di coloro che hanno vissuto e lavorato in quei tempi.

La presentazione del libro e delle fotografie sarà curata dagli stessi autori che parleranno del loro lavoro e della ricerca svolta per scrivere il  volume e realizzare la raccolta delle istantanee.

L’evento, con ingresso libero e gratuito, è aperto a tutti gli appassionati di storia, cultura e tradizioni locali, e rappresenta un’occasione unica per approfondire la conoscenza di un periodo storico fondamentale per la formazione delle nostre comunità.

Quella di domani è una iniziativa alla quale teniamo molto – commenta Marco Rau, Presidente di Confartigianato Sassari perché rappresenta un importante contributo alla conoscenza delle nostre radici e delle nostre tradizioni”. “E’ come fare un salto indietro nel tempo fino a quando la globalizzazione non aveva ancora modificato il volto del mondo come lo conosciamo oggi – continua Rauper scoprire la vita di artigiani, contadini e mercanti che, con il loro lavoro, hanno contribuito alla crescita delle comunità locali e alla formazione delle nostre culture”. “Attraverso le storie e i loro volti – conclude il Presidente di Confartigianato Sassari possiamo comprendere meglio le difficoltà che queste persone hanno dovuto affrontare, ma anche le loro capacità e le loro risorse. Ci rendiamo conto di quanto fossero importanti le loro attività, che oggi potremmo considerare marginali, ma che allora costituivano il cuore pulsante delle comunità locali”.