La nostra regione a metà della classifica nazionale. Folchetti (Confartigianato Sardegna): “73 giorni in più rispetto a quanto imposto dalla Direttiva sono veramente troppi: le nostre imprese soffrono ancora e sono costrette a chiedere credito”.

Tempi di pagamento alle imprese ancora fuori “normativa europea” da parte delle Pubbliche Amministrazioni della Sardegna. Ammontano infatti a 103 i giorni (in media) che occorrono per saldare le fatture alle imprese: 43 giorni in più se si tratta di pagamenti “sanitari” mentre si sfora di 73 giorni con le fatture ordinarie.

I dati (relativi alle fatture emesse fino al 31/10/2015) sono stati elaborati da Confartigianato su rilevazione del MEF di novembre, per pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni relative agli ambiti delle Amministrazioni periferiche dello Stato, Enti del Servizio Sanitario Nazionale, Enti Locali e Regioni e Province autonome.

“Va meglio rispetto ad alcune regioni ma di certo non possiamo gioire per essere a metà della classifica – afferma Maria Carmela Folchetti, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – la verità è che le nostre imprese, a 34 mesi dall’entrata in vigore del decreto legislativo di recepimento della Direttiva, soffrono ancora in modo eccessivo un comportamento sleale e contro la legge”.

I 103 giorni della Sardegna sono quasi un paradiso rispetto ai 149 che in media sono costretti ad attendere gli imprenditori della Calabria e quasi in linea (4 giorni in più) rispetto alle media nazionale di 99 giorni.

E’ infatti ancora lontano il termine ordinario di 30 giorni stabilito dalla Direttiva Comunitaria sui pagamenti 2011/7/UE – recepita con il decreto legislativo 9 novembre 2012 n.192; termine derogabile in alcuni casi non oltre i 60 giorni come per acquisti del Servizio sanitario nazionale e di 30 giorni per gli altri settori della Pa.
“Purtroppo i tempi di pagamento delle opere da parte delle Pubbliche Amministrazioni della Sardegna sono ancora lunghi – continua la Folchetti – anche se ci sono eccellenti esempi di virtuosità, ovvero Enti che erogano nei 30 giorni imposti dalla Direttiva Europea o ci si avvicinano: questi devono essere presi a esempio”.

I dati del MEF ci dicono che il record in Sardegna va a Selargius che ha regolato circa 8 milioni di euro di fatture alle imprese con una media di 24 giorni. Seguono 3 comuni che hanno pagato con un leggerissimo ritardo: Sinnai che ha regolato quasi 6 milioni di euro di lavori con una media di 34 giorni. Poi Elmas che ha bonificato circa 7 milioni di lavori alle imprese entro 37 giorni. Chiude la top four il Comune di Santu Lussurgiu che ha regolato circa 1,3 milioni di euro di fatture alle imprese in 43 giorni.

Anche dopo gli interventi varati a partire dalla primavera del 2013, l’Italia rimane il Paese europeo con il più alto debito commerciale verso le imprese per beni e servizi che, per la sola parte di spesa corrente, è pari al 3,0% del Pil.

“In questo periodo si parla tanto di opere pubbliche il cui avvio potrebbe servire a immettere nel mercato importanti risorse economiche, a creare lavoro e a salvare imprese e posti – continua la
Folchetti – il problema è che se poi i pagamenti vengono effettuati in maniera tardiva, le imprese non si salvano. Sono all’ordine del giorno le aziende che sono state liquidate dopo essere fallite”.

“Questo non è tollerabile e non deve più accadere – conclude la Presidente – problema è che poi questi ritardi costringono le aziende a rivolgersi in maniera sempre più massiccia al mercato del credito, sempre più asfittico e sempre meno accessibile agli artigiani e alle piccole e medie imprese. E’ necessario spezzare questa catena e questo circuito che somiglia sempre più a un girone infernale”.