ELEZIONI POLITICHE – Il commento di Antonio Matzutzi e Stefano Mameli (Presidente e Segretario di Confartigianato Sardegna): “Ripartire dalle richieste delle imprese, dei dipendenti e dei territori perché le piccole e medie imprese rappresentano il 99,4% del tessuto produttivo”. Meno tasse, più credito, sostegno alla competitività e interventi concreti per lavoro e formazione.
“La speranza è che i Deputati e i Senatori della Sardegna, nuovi e riconfermati, possano tenere sempre ben presente le richieste delle imprese, dei dipendenti e dei territori. E’ necessario ripartire da un tessuto imprenditoriale che rappresenta il 99,4% del tessuto produttivo e dà lavoro al 65,3% degli occupati”.
Questo il commento di Antonio Matzutzi e Stefano Mameli, Presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, il giorno dopo il risultato delle Elezioni Politiche.
“Nei prossimi giorni – proseguono Matzutzi e Mameli – cominceremo a incontrare tutti coloro che vorranno intraprendere con noi un dialogo collaborativo e di costruzione di un percorso che veda le attività produttive sempre al centro di ogni ragionamento di sviluppo in Italia e in Sardegna. Le aziende che rappresentiamo hanno bisogno di un forte interesse da parte dei parlamentari sardi che si accingono ad affrontare nei prossimi anni”.
“In ogni caso, come accaduto in questa Legislatura – sottolineano – continueremo nel percorso di monitoraggio e valutazione di ogni Parlamentare: alla luce del sole e senza pregiudizi: parleranno i fatti”.
“Ribadiamo le richieste che abbiamo fatto questi giorni ai candidati – affermano Presidente e Segretario – attraverso il nostro documento “Per tornare a crescere” che in molti hanno sottoscritto: ridurre la pressione fiscale e semplificare il sistema tributario; favorire l’accesso al credito; sostenere la crescita e la competitività; proseguire e migliorare gli interventi per il lavoro e la formazione; costruire un percorso di successo per Impresa 4.0 e l’utilizzo del digitale”.
Per gli Artigiani di Confartigianato “il Governo che andrà a comporsi definirà il futuro del Paese, dei cittadini e delle imprese. La speranza è quella di riportare la piccola impresa e l’artigianato al centro delle scelte economiche del nuovo governo. Le micro, piccole e medie imprese, infatti, rappresentano la stragrande maggioranza delle attività produttive del Paese ma sono destinatarie di leggi in deroga, come se le leggi ordinarie vengano fatte per una sparuta minoranza: queste impostazioni vanno rovesciate”.
E ancora “per tornare a crescere, quindi, è necessario sostenere crescita e competitività, riducendo la pressione fiscale, tagliando il costo del lavoro, promuovendo l’export, incentivando l’innovazione tecnologica e puntando, contemporaneamente, a valorizzare il lavoro artigiano che, con la sua flessibilità, è il vero valore aggiunto dell’economia italiana”.
Poi le richieste finali: “il mondo delle piccole imprese ha bisogno di due interventi di contesto: il superamento dell’attuale legge quadro sull’artigianato del 1985, ormai superata, e una legge che regolamenti la rappresentanza, per evitare che chiunque possa vantare di avere rappresentatività del settore, proprio come accade oggi”.