Il prezzo dell’energia in Sardegna continua a essere elevato e a far segnare +68,2% rispetto al costo pre-conflitto (2021). Nonostante a livello nazionale i valori all’importazione si stiano attenuando, al contrario la dirompente azione del caro energia, anche nella nostra Isola, pare non avere fine. Nella seconda metà del 2022, l’escalation dei prezzi di elettricità e gas provocò una impennata dei costi che toccò un +147,1% rispetto al 2021.

Lo dimostra il dossier sui “Prezzi dell’energia: dall’import alla distribuzione” realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha analizzato i costi dell’energia verso imprese e famiglie su fonte Istat 2023.

C’è un paradosso nel nostro Paese: il differente andamento tra prezzi import di energia e costi di elettricità e gas per famiglie e imprese – commentano Maria Amelia Lai e Daniele Serra, Presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna anche in questa fase di discesa dei prezzi nell’import, nell’Isola le nostre imprese pagano ancora il 68,2% in più rispetto la media del 2021. Situazione che il Governo deve modificare”. Al contrario dobbiamo dire che stiamo meglio degli altri – continuano Lai e Serraconsiderata la media italiana del +81.9% e soprattutto il nostro differenziale è il terzo più basso dopo quello della Basilicata +53,7% e del Veneto +65,3%. Nella situazione peggiore la Provincia di Bolzano con +123,8% e Trento con +121,3%”.

Tra le province sarde troviamo Olbia-Tempio con +65,1%, Cagliari con +61,1% e Sassari con +59,7% con le rimanenti che non sono state registrate.

Per gli Artigiani sardi, quello che penalizza maggiormente il “sistema Paese” è il confronto con i nostri competitor europei dove il differenziale si ferma a +43,4%”.

Secondo Confartigianato Imprese Sardegna, si sta delineando una attenuazione del peso della bolletta energetica nel primo trimestre. A marzo 2023, in Italia, i prezzi delle importazioni di energia scendono del 25,2% su base annua, una tendenza in linea con la media Eurozona (-25,3%). Una uniformità che si perde sul fronte dei costi di elettricità e gas per famiglie e imprese e porta ad una maggiore inflazione energetica per l’economia italiana. Ad aprile 2023 i prezzi dell’energia degli ultimi dodici mesi sono del 62,1% superiori alla media del 2021, un divario di oltre venti punti superiore al +40,4% della media Eurozona. In particolare, la dinamica dei prezzi di energia elettrica e gas è del 103,5%, più del doppio del 51,8% della media Uem. Il gap è molto severo per l’elettricità che negli ultimi dodici mesi registra un prezzo del 136,2% superiore alla media del 2021, mentre per l’Eurozona il divario si ferma al 40,8%”.

Anche valutando i più recenti livelli dei prezzi – sottolineano Lai e Serra -, nonostante nel corso della crisi esplosa con il conflitto in Ucraina le quotazioni delle importazioni siano salite meno rispetto agli altri paesi europei, l’economia italiana registra una maggiore turbolenza dei prezzi retail di energia elettrica e gas”.

Infatti a marzo 2023 l’Italia importa energia con prezzi del 15,8% superiori alla media del 2021 mentre la quotazione media dell’Eurozona rimane del 42,3% superiori ai livelli del 2021. Il trend si inverte sul mercato al consumo: ad aprile 2023 i prezzi armonizzati dell’elettricità e gas in Italia sono dell’81,8% superiori alla media del 2021, mentre in Eurozona il divario è dimezzato, pari ad un +43,4%.

Le tendenze sul territorio 

Nel dettaglio degli indici nazionali calcolati a livello regionale, ad aprile 2023 i prezzi al consumo di elettricità e gas sono più che doppi rispetto la media del 2021 in Provincia Autonoma Bolzano (+123,8%), Provincia Autonoma Trento (+121,1%), Valle d’Aosta (+111,7%) e Piemonte (+100,9%), Seguono, con valori superiori alla media nazionale, Liguria con +95,4%, Umbria con +91,0%, Abruzzo con +90,2%, Molise con +90,0, Toscana con +88,9%, Lombardia con +88,7%. Un trend inferiore alla media, seppur molto accentuato, nelle Marche con +81,6%, Puglia con +79,9%, Lazio con +77,7%, Calabria con +76,9%, Sicilia con +75,0%, Campania con +73,3%, Friuli-Venezia Giulia con +73,2%, Emilia-Romagna con +72,4%, Sardegna con +68,2%, Veneto con +65,3% e Basilicata con +53,7%.

In chiave provinciale, le tariffe delle bollette rimangono più elevate a Bolzano, dove i prezzi di elettricità e gas ad aprile 2023 sono del 123,8% superiori rispetto alla media 2021, seguita da Trento con +121,1%, Aosta con +111,7%, Alessandria con +104,0%, Vercelli con +102,4%, Cuneo con +101,0%, Biella con +100,5%, Torino con +100,4%, Novara con +99,8%, Imperia con +96,5%, Genova con +94,7%, Terni con +92,0%, Teramo con +91,9%, Campobasso con +91,1%, Perugia con +90,6%, Massa-Carrara con +90,5%, Pistoia con +90,2%, Lodi con +90,1%, Siena con +89,8%, Varese e Milano con +89,5%.

Anche dove la pressione è minore, le bollette di aprile 2023 sottendono prezzi di elettricità e gas superiori di almeno in 50% di quelli del 2021. Un relativo minore dinamismo si riscontra a Parma e Piacenza con +71,3%, Gorizia con +71,2%, Ferrara con +70,0%, Vicenza con +69,2%, Rovigo con +66,4%, Treviso con +66,4%, Belluno con +66,0%, Padova con +65,9%, Venezia con +65,2%, Olbia-Tempio con +65,1%, Verona con +63,1%, Cagliari con +61,1%, Sassari con +59,7% e Potenza con +53,9%. “Le imprese e le famiglie sarde – concludono Presidente e Segretario pur in una situazione di favore rispetto al resto del Paese, scontano oltre 25 punti percentuali in più nei confronti della media UE. Situazione che amplifica il gap di competitività esploso nella fase acuta della crisi energetica. Ancora una volta l’efficienza straordinaria che gli imprenditori artigiani isolano raggiungono all’interno dei loro laboratori si infrange sulla inefficienza esterna. Questa volta non si tratta di strade ma di una infrastruttura ancora più importante, l’energia”.