Senza la possibilità di lavorare in sicurezza, siamo pronti a sospendere i cantieri”.

E’ chiaro e netto il messaggio che Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna, lancia alle imprese edili artigiane dell’Isola e alla Politica, nel rispetto delle norme di sicurezza per imprenditori e dipendenti, imposte dal Decreto dell’11 marzo 2020 e dal Protocollo del 14 marzo, per la prosecuzione delle attività produttive. 

Alle aziende del settore ripeto: valutiamo l’opportunità di interrompere l’attività lavorativa – continua Melonidobbiamo essere responsabili e disponibili a dare un attivo contributo al contrasto dell’epidemia. Se ciò comporta mettere in atto la drastica misura della sospensione di ogni attività nei cantieri, dobbiamo essere pronti a farlo. Fatte salve le situazioni di urgenza ed emergenza, le imprese edili devono considerare la temporanea sospensione della propria attività”.

Un settore, quello dell’edilizia in Sardegna, che stava lentamente uscendo dalla crisi del 2008 che cancellò, quasi di colpo, un terzo delle realtà imprenditoriali.

Gli ultimi dati del settore, infatti, parlano di 22.378 imprese attive, di cui il 58,1% artigiane (13.011 realtà), che impiegano oltre 40mila addetti. Tra il 2008 e il 2017, il comparto ha perso il 34,4% della sua forza, con oltre 22mila imprese che hanno cessato definitivamente l’attività, lasciando per strada più di 45mila addetti. Il comparto ha anche subito un crollo verticale anche del valore aggiunto: tra il 2007 e il 2016 è calato del 27,7%, corrispondente a un mancato giro d’affari di 652 milioni di euro. Infatti, se nel 2007 era di 2 miliardi e 351milioni nel 2015 è passato a 1 miliardo e 657 milioni. Nel 2017 l’incidenza sul valore aggiunto delle Costruzioni sull’economia regionale della Sardegna è stata del 5,6%.

Sono tante le problematicità riscontrate da Confartigianato Edilizia Sardegna tra le imprese e nei cantieri; l’impossibilità di reperire idonei dispositivi di protezione individuale necessari per eseguire le lavorazioni che richiedono una distanza inferiore a 1 metro; il problema di garantire tale distanza all’interno dei mezzi di trasporto collettivo dei lavoratori; la complicata gestione e sanificazione di servizi vari (bagni, spogliatoi, mense, ecc.). A ciò si aggiungono gli impedimenti derivanti dal mancato approvvigionamento dei materiali da costruzione diretti ai cantieri per via della chiusura dei magazzini di vendita, oltre ai posti di blocco.

 “Quotidianamente riceviamo segnalazioni di colleghi che non riescono più a portare avanti i lavori – prosegue Meloniper l’impossibilità di assicurare in tutti i cantieri edili le indispensabili misure di sicurezza e di tutela della salute dei lavoratori”. “Infatti – spiega il Presidente – l’organizzazione del cantiere spesso non consente di conciliare la prosecuzione dell’attività con le disposizioni stabilite dai DPCM e dal Protocollo del 14 marzo, come deve avvenire, per esempio, per la sanificazione periodica degli ambienti o la messa a disposizione di gel igienizzanti”.

Da questa situazione, le richieste di Confartigianato Edilizia al Governo per l’adozione di una serie di misure a sostegno delle realtà interessate, tra cui l’ampliamento dei limiti e delle possibilità di utilizzo degli ammortizzatori sociali ai lavoratori del settore su tutto il territorio nazionale per l’anno in corso; la sospensione di tutti gli adempimenti e dei versamenti tributari, previdenziali, assistenziali e di qualsiasi altra natura in scadenza; la sospensione di tutti i termini contrattuali; la garanzia di fornire la necessaria liquidità alle imprese con una moratoria effettiva e automatica di tutti i debiti e l’attivazione di pagamenti immediati per i cantieri che saranno costretti a interrompere l’attività

Poi l’appello finale alla Politica e alle Amministrazioni: “Da soli non ce la facciamo – conclude Meloniper il futuro delle imprese e del sistema economico isolano e italiano, un’azione così pesante e così incisiva, non può essere affrontata in solitudine”.