Artigianato e turismo in Sardegna continuano a formare un binomio inscindibile, soprattutto nei mesi estivi.

Sono infatti 5.941, le attività artigiane operanti in settori di attività interessati dalla domanda turistica che nello scorso anno, tra giugno e settembre, hanno soddisfatto le richieste di oltre 12milioni di visitatori. Quindi, 1 su 6 delle circa 34mila imprese artigiane della Sardegna, equivalente al 17,5% di quelle registrate presso le Camere di Commercio, è coinvolta, direttamente o con l’indotto, nel mercato turistico regionale.

Il valore aggiunto della filiera e del turismo in Sardegna è di 994 milioni di euro e rappresenta il 3,1% del PIL regionale.

Queste si occupano di attività legate alle vacanze e allo svago: dall’agroalimentare ai servizi turistici, dalla cura della persona alle attività ricreative, culturali e dell’intrattenimento, dai bar, caffè e pasticcerie alla somministrazione di alimenti e bevande, per arrivare ai trasporti, gestione di strutture ricettive e sportive ma anche produzione e vendita di monili, artigianato artistico, abbigliamento e calzature.

L’analisi è stata realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, sui dati di ISTAT, UnionCamere-InfoCamere, Ministero del Lavoro degli ultimi 2 anni, sul turismo e sull’artigianato interessato dalle attività connesse.

Grazie al trend positivo del turismo, per queste realtà produttive cresce la domanda di beni e servizi generata dalle centinaia di migliaia di arrivi, e dai milioni di presenze – afferma Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Sardegnae l’auspicio per quest’estate è che si riconfermino le buone performance delle presenze turistiche del 2024”.

La ricerca ha anche esaminato i dati Istat sul movimento dei clienti per esercizi ricettivi, evidenzia che nei mesi estivi da giugno a settembre 2024 sull’Isola si sono raggiunte le oltre 12 milioni di presenze, il 77,9% di quelle registrate complessivamente durante tutto l’anno. Si tratta del 7,5% di presenze in più rispetto al periodo estivo 2023, risultato migliore rispetto a quello nazionale (+1,3%). Crescita trainata dalla componente straniera (47,3% delle presenze totali), la metà proveniente da Germania, Francia, Svizzera, Regno Unito e Paesi Bassi, i cui pernotti salgono del 12,0% nell’estate 2024 rispetto a quella precedente; mentre quella domestica segna un +3,6%. I primi cinque comuni sardi per maggior numero di presenze straniere sono: Alghero, Arzachena, Olbia, Budoni e Palau.

Dall’analisi dei dati Banca d’Italia sul turismo internazionale è stato rilevato inoltre che sull’Isola la spesa dei turisti stranieri, che nel 2024 ha raggiunto un ammontare di 1miliardo e 849 milioni di euro (4,55% del PIL), nel 65,5% dei casi viene sostenuta nei tre mesi estivi da luglio a settembre. Ulteriori dati di Unioncamere, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Sistema Informativo Excelsior relativi alla domanda di lavoro delle imprese evidenziano invece che per l’estate 2025, nei tre mesi estivi di giugno, luglio e agosto, le imprese con dipendenti della Sardegna dei servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici prevedono 25.640 nuove entrate, pari al 46,1% delle 55 mila previste dalle imprese di tutti i settori. Rispetto allo stesso periodo del 2024 il trend risulta crescente, con 2.860 ingressi preventivati in più (+12,6%).

Il turismo, come noto, rappresenta uno dei più importanti pilastri della domanda interna – aggiunge Melonisoprattutto per la nostra regione, domanda che oggi più di ieri deve essere sostenuta e tutelata anche per contrastare le conseguenze dei dazi che indeboliranno la domanda estera”.

Come detto, sul versante dell’offerta in Sardegna le imprese artigiane operanti in settori di attività interessati dalla domanda turistica che sono 5.941, pari al 17,5% dell’artigianato totale, valore che la posiziona 4^ nella classifica nazionale, e danno lavoro a 15.289 addetti.

I numeri continuano a dimostrare come artigianato e turismo siano molto più che complementari – riprende il Presidente di Confartigianato Sardegnae come questi due elementi, fondamentali per la nostra economia, debbano essere promossi e venduti insieme”. “I “triplo brand” Sardegna-turismo-artigianato – continua Melonideve fungere da propulsore anche per la nascita di nuove imprese artigiane. Ciò lo si può fare continuando a investire e a fare promozione e, soprattutto, credendoci”.

In chiave settoriale il comparto principale del turismo in Sardegna è l’Agroalimentare che conta 1.381 imprese (23,2% delle imprese artigiane del settore) e produce cibo e bevande, prodotti per cui siamo famosi presso i turisti stranieri e la cui qualità permette al nostro Paese di primeggiare per numero di prodotti agroalimentari e di bevande alcoliche a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall’Unione europea. Seguono le 1.283 imprese delle Altre attività manifatturiere e dei servizi (21,6%) che comprendono importanti attività dell’artigianato quali la produzione di gioielleria e bigiotteria, ceramica e vetro e cornici, la lavorazione artistica di marmo, ferro, rame e altri metalli, la fotografia, i servizi alle persone come ad esempio centri benessere e palestre ed anche i servizi per animali domestici. Mentre sono 1.422 i Ristoranti e pizzerie (23,9%) e 435 Bar, caffè e pasticcerie (7,3%) – insieme si tratta di 1.857 imprese e del 31,3% del settore – mettono a disposizione dei turisti i prodotti di qualità prodotti dal comparto Agroalimentare contribuendo all’ospitalità. Sono invece 889 le imprese del Trasporto persone (15,0%) che integrano l’offerta dello spostamento dei turisti. A seguire le 465 imprese di Abbigliamento e calzature (7,8%) che contribuiscono al nostro successo nel mondo della moda che è tra i comparti più rappresentativi all’estero del made in Italy e dello stile italiano.

Al di là di tutto, non possiamo cullarci sugli allori e pensare che, anche in futuro, la parola magica “Sardegna” continui a trasformare tutto in oro – conclude Melonidalle vacanze ai manufatti artigianali all’agroalimentare. E’ adesso che diviene necessario programmare, promuovere, combattere per rendere sempre più appetibili, e fruibili, la nostra terra e i nostri imprenditori. E’ fondamentale, a tal proposito che le imprese, in particolare quelle artigiane, mettano a disposizione del turista non solo la più ampia gamma di prodotti e sensazioni, ma se stesse”.