Confartigianato Sassari e Coldiretti Nord Sardegna hanno donato alla Diocesi di Sassari le statuine del Presepe 2025, che quest’anno rappresentano il lavoro nei settori dell’agricoltura e delle costruzioni, simbolo di integrazione, sicurezza e protagonismo femminile in agricoltura e edilizia,

Come già avvenuto nelle passate 5 edizioni, la consegna dei personaggi presepiali all’Amministratore Diocesano Monsignor Antonio Tamponi è stata affidata alle mani del Segretario di Coldiretti Nord Sardegna, Marco Locci, e del Presidente di Confartigianato Sassari, Marco Rau.

L’iniziativa, giunta ormai a tradizione annuale, ha l’obiettivo di far emergere i temi dell’integrazione e dell’inclusione, accompagnati dalla cultura della sicurezza sul lavoro, aggiungendo al presepe figure che parlino del presente e del futuro.

Il Presepe è definito dalle due associazioni come una delle tradizioni che trasmettono speranza e serenità anche nei momenti difficili, la “buona Novella” che diventa presente, simbolo di rinascita, cammino e vicinanza alle persone e al territorio. Per rafforzare l’attualità del messaggio, ogni anno vengono introdotte nuove figure e nuovi mestieri: nel 2020 la solidarietà durante il Covid, nel 2021 l’innovazione digitale, nel 2022 la sostenibilità ambientale, nel 2023 la formazione e l’apprendistato, nel 2024 la qualità del cibo made in Italy.

Affrontare con coraggio i cambiamenti – dichiarano Rau e Loccirappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro”. “La doppia statuina di quest’anno – aggiungono i due rappresentanti delle Organizzazioni Datorialirappresenta la capacità degli imprenditori del settore artigiano e del mondo agricolo di costruire comunità attorno al lavoro, promuovendo integrazione, rispetto e collaborazione”. “Richiama inoltre l’importanza della sicurezza sul lavoro come attenzione concreta verso le persone – concludono il Segretario di Coldiretti Nord Sardegna e il Presidente di Confartigianato Sassari e il nuovo protagonismo femminile nelle nostre campagne, dove la figura dell’imprenditrice sta diventando sempre più determinante in termini di innovazione e di welfare”.

Come nelle edizioni precedenti, il manufatto è stato realizzato da un maestro artigiano che ha saputo tradurre questi valori in un simbolo semplice e immediato, destinato a entrare nel presepe diocesano come segno di una comunità che lavora, include e guarda al domani.