In Sardegna il valore dell’artigianato si trasmette di padre in figlio ma il passaggio del testimone tra il titolare dell’impresa e i figli, o i dipendenti, non è sempre facile e indolore: dal punto di vista emotivo, burocratico ed economico.
Per questo Confartigianato Imprese Sardegna ha già espresso soddisfazione per lo stanziamento di 2milioni di euro che la Giunta Regionale, su proposta dell’Assessore all’Artigianato Gianni Chessa, ha destinato al passaggio generazionale tra i titolari delle imprese sarde e i figli, o i dipendenti, che vorranno subentrare nella gestione aziendale.
Il contributo a fondo perduto, valido per il triennio 2020-2022, è destinato alle imprese con sede legale e operativa in Sardegna. Ad ogni attività produttiva sarà erogato un bonus tra i 15mila ed i 20mila euro, finalizzato alle spese connesse a progetti di sviluppo o consolidamento nei settori di attività e all’acquisizione di servizi per l’avvio dell’impresa da parte del successore.
“Finalmente si è concretizzata la proposta che facemmo due anni fa – commentano Antonio Matzutzi e Daniele Serra, Presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – questo è un intervento che, in modo tangibile, agevola il delicato “passaggio di testimone” tra generazioni imprenditoriali perché, soprattutto in Sardegna, il valore dell’artigianato si trasmette di padre in figlio”. “Se pensiamo a quante imprese cessano l’attività perché gli “eredi” dei titolari non riescono a subentrare – continuano Presidente e Segretario – e se pensiamo come questo problema interessi quasi 4.500 attività possiamo immaginare quanto fosse atteso questo intervento. Attendiamo, adesso, di poter leggere la delibera e iniziare a fornire assistenza alle imprese interessate”.
La norma sul passaggio generazionale, più volte proposta dagli artigiani sardi di Confartigianato, ha avuto un lungo iter.
Nasce nel novembre 2018, quasi al termine della passata Legislatura, da un emendamento di sintesi tra le proposte dei Consiglieri Regionali Raimondo Cacciotto e Roberto Deriu, del Partito Democratico e Gianfranco Congiu, del Partito dei Sardi, supportato dalla Commissione Speciale per l’artigianato e il commercio e sottoscritta dall’intera Aula di via Roma. Viene così inserita e finanziata, con 2 milioni di euro, nella Legge di Stabilità 2019, con l’obiettivo di far apprendere nuove conoscenze manageriali, di migliorare prodotti e servizi e di sviluppare maggiormente l’economia aziendale a tutte le imprese regionali. Però, mancando le norme di attuazione, la norma si blocca. Con l’ingresso della nuova Giunta, nel luglio 2019 Confartigianato Imprese Sardegna la ripresenta all’attuale Assessore Regionale all’Artigianato, Gianni Chessa, che la sottoscrive, impegnandosi a studiare i criteri e le direttive di attuazione. Qualche giorno fa, l’arrivo al traguardo con l’approvazione della Giunta e il rifinanziamento.
“Fase delicata nella vita di un’impresa, il passaggio generazionale è caratterizzato soprattutto da trasmissione di competenze, capitale umano e know how, valori fondamentali nel settore artigiano e della microimpresa – riprendono Matzutzi e Serra, Presidente – ed è accompagnato da nuove opportunità di crescita per la struttura imprenditoriale, date dall’ingresso di risorse giovani, in molti casi più propense all’utilizzo delle nuove tecnologie e dell’innovazione”.
Secondo il dossier elaborato l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna su dati Istat 2019, nell’Isola sono ben 4.392 le imprese a conduzione familiare (con più di 3 addetti) interessate da un passaggio generazionale tra 2013 e 2023, il 23,9% delle imprese familiari totali nella regione (18.309). La Sardegna è sesta nella classifica nazionale, preceduta da Basilicata, Sicilia, Molise, Liguria ed Emilia Romagna. In Italia sono ben 227mila le microimprese interessate dal fenomeno su un totale di più di 777mila aziende controllate da persone fisiche o a conduzione familiare.
I fattori di ostacolo al passaggio generazionale in Sardegna.
Il passaggio generazionale appare un cambiamento delicato, con il 51,3% delle imprese controllate da persona fisica o famiglia che segnala la presenza di fattori di ostacolo, tra i quali prevalgono le difficoltà burocratiche, legislative e/o fiscali (17,2%), le difficoltà nel trasferire competenze e/o contatti con clienti e fornitori (11,2%) e difficoltà economiche e/o finanziarie (12,9%); più contenuti i conflitti familiari (4,5%) mentre l’assenza di eredi o successori interessati e/o qualificati si rileva nel 17,5% dei casi.
Le conseguenza del passaggio generazionale in Sardegna.
Tra le imprese che hanno affrontato un passaggio generazionale nei 7 anni tra 2013 e 2019 è netta la continuità imprenditoriale in termini di proprietà: il 93,1% dei passaggi vede il mantenimento e rafforzamento del controllo della famiglia proprietaria o controllante (73,3% di mantenimento del ruolo e 19,8% rafforzamento) mentre il restante 6,9% registra una riduzione del controllo della famiglia o addirittura la perdita (3,9% di riduzione del ruolo e 3,0% di perdita).
“Questi numeri importanti – continuano – evidenziano sempre più la necessità, da parte del Governo Regionale, di porre in essere azioni di accompagnamento ed assistenza, per non correre il rischio di disperdere un grande patrimonio di professionalità e aiutare le giovani generazione o i dipendenti stessi a subentrare nell’impresa esistente”. “Inoltre – sottolineano Presidente e Segretario – i giovani che subentrano nella gestione di una impresa, devono ricordarsi che oltre al profitto c’è soprattutto il rispetto delle regole, delle norme e delle procedure, in assenza delle quali l’azienda rischia il collasso”.
Quello della trasmissione dei valori e delle competenze di generazione in generazione è un fenomeno che in Sardegna prevale soprattutto nel comparto del “manifatturiero”. Con un valore del 27%, la nostra regione registra la seconda maggiore incidenza di microimprese del settore interessate al passaggio generazionale tra 2013 e 2023. In testa la Valle d’Aosta con un’incidenza del 38,2%. Il passaggio generazionale “sardo” è meno incisivo nei settori dei “servizi” e delle “costruzioni”. Nel primo caso, il fenomeno riguarda il 19,4% delle piccole imprese regionali a conduzione familiare sempre nel decennio 2013-2023. In questo periodo le incidenze maggiori si registrano in Molise (21,3%) e in Umbria e nella Provincia Autonoma di Trento, entrambe con il 21%. Per ciò che riguarda invece le “costruzioni”, le realtà sarde coinvolte dal passaggio generazionale sono il 14,3% del totale, delle imprese a conduzione familiare. Guardando la classifica del comparto, dove la Sardegna è 14esima, al primo posto si trova Valle d’Aosta, dove è coinvolto il 33,9% delle microimprese attive nel manifatturiero.
“Senza dubbio – concludono Presidente e Segretario di Confartigianato Sardegna – riteniamo che sia importante farsi aiutare, nell’iter della continuità d’impresa, da un occhio esterno capace di guardare in maniera asettica al processo successorio. Da questo punto di vista, riteniamo strategico il contributo che potrà arrivare dalla norma, soprattutto se si riuscirà a trovare un sano punto d’incontro fra le esigenze della old e young generation di imprenditori che erediteranno, poi, il timone dell’azienda”.