EDILIZIA – Piccoli lavori – Edilizia più libera dalla burocrazia: stop a permessi per 58 lavori. Giacomo Meloni, Presidente Confartigianato Edilizia Sardegna: “Nessuna deroga alle leggi ma semplificazione necessaria per abbattere tempi e costi dei piccoli interventi”.
Primi passi di semplificazione burocratica per l’edilizia.
Dal 22 aprile scorso, infatti, per 58 piccoli interventi non serviranno più autorizzazioni, permessi e comunicazioni ai Comuni.
Per questo, liberamente, sarà possibile rifare pavimenti e tetti, mettere a norma gli impianti, abbattere barriere architettoniche nei centri storici, realizzare muretti, fontane e ricoveri per gli animali, allestire gazebo e pergolati, pompe di calore, di pannelli fotovoltaici ed elementi d’arredo.
Le novità arrivano con l’entrata in vigore del Glossario dell’edilizia libera, che elenca gli interventi di manutenzione degli interni, degli esterni e dei giardini che non avranno più bisogno della comunicazione alle amministrazioni locali, cila, scia o qualsiasi altro permesso sia.
Novità che promettono di semplificare l’attuale giungla di normative e autorizzazioni varie, costose, lente e spesso d’inutile intralcio al lavoro.
“Una semplificazione necessaria per abbattere i tempi e i costi, spesso ingiustificati, dei piccoli interventi di edilizia – commenta Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – ovviamente, nessuna deroga al rispetto paesaggistico e architettonico, alle norme antisismiche e alle regole per la sicurezza di ville e appartamenti”. “Come categoria – continua Meloni – abbiamo seguito la nuova normativa sull’edilizia libera, che avrebbe dovuto essere già operativa da febbraio 2017, fino a poche settimane fa anche solo per sostituire una finestra era richiesto un certo impegno burocratico, ora questo vincolo cade purché per i lavori inclusi nel glossario si proceda senza cambiare gli standard preesistenti”.
Le categorie d’intervento che rientrano nell’edilizia libera riguardano: manutenzione ordinaria, pompe di calore di potenza termica utile nominale inferiore a 12 kW, depositi di gas di petrolio liquefatti di capacità complessiva non superiore a 13 mc, eliminazione delle barriere architettoniche, attività di ricerca nel sottosuolo, movimenti di terra, serre mobili stagionali, pavimentazione di aree pertinenziali, pannelli fotovoltaici a servizio degli edifici, aree ludiche ed elementi di arredo delle aree di pertinenza, manufatti leggeri in strutture ricettive, opere contingenti temporanee. Tra gli interventi di manutenzione ordinaria, ad esempio, rientrano la sostituzione di pavimentazioni esterne ed interne, il rifacimento di intonaci interni ed esterni, il rinnovamento di opere di lattoneria, come grondaie e pluviali, la sostituzione di rivestimenti interni ed esterni e di serramenti e l’installazione o riparazione di controsoffitti.
Ferme restando le prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali e di tutte le normative di settore aventi incidenza sulla disciplina dell’attività edilizia (in particolare, delle norme antisismiche, di sicurezza, antincendio, igienico-sanitarie, di quelle relative all’efficienza energetica, di tutela dal rischio idrogeologico, delle disposizioni contenute nel codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al d.lgs. n. 42/2004).
Il completamento del glossario unico, in relazione alle opere edilizie realizzabili mediante Cila, Scia, permesso di costruire e Scia in alternativa al permesso di costruire, è demandato a successivi decreti.
“Senza dubbio ora per le nostre imprese e per i nostri committenti lavorare diventa più facile – sottolinea il Presidente – infatti il legislatore ha pensato anche a un intervento di ri-valorizzazione del nostro grande patrimonio immobiliare. La nuova misura aiuta dunque a evitare il deprezzamento degli immobili”
“L’edilizia rimane l’unico vero volano per la ripresa economica locale – conclude Meloni – ed è dovere delle pubbliche amministrazioni dare un segnale forte per tutto il territorio. L’auspicio è che non si debba aspettare ancora troppo tempo prima che gli amministratori agiscano con il giusto buon senso e la necessaria attenzione nei confronti di un’istanza sentita da ampie fette dell’opinione pubblica. Occorre fare il possibile per far si che le risorse rimangano sul territorio”.