Da oggi le imprenditrici e le lavoratrici autonome possono richiedere il “Voucher baby sitting”, un contributo concesso dallo Stato per 3 mesi, per un massimo di 600 euro mensili, durante il primo anno di vita del bambino. Potrà essere usato in sostituzione del congedo parentale, per pagare i servizi di baby sitting o i servizi per l’infanzia.
Una vittoria di Confartigianato per garantire alle donne il diritto a coniugare attività d’impresa e impegni familiari e colmare le disuguaglianze rispetto alle dipendenti.
“Le mamme sono tutte uguali, indipendentemente dal lavoro che svolgono. Fare figli è un bene per il Paese e deve essere un diritto garantito a tutte le donne, rendendo disponibili quei servizi e quelle condizioni indispensabili affinché non siano costrette a scegliere se lavorare o fare figli”.
Così Maria Carmela Folchetti, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, commenta il Decreto dei Ministeri del Lavoro e dell’Economia e Finanze che estende il voucher baby sitting a imprenditrici e lavoratrici autonome e che, almeno per il 2016, permette di superare la disparità tra imprenditrici e lavoratrici dipendenti.
Il decreto (disponibile sul sito www.confartigianatosardegna.it) prevede, infatti, la possibilità per le madri imprenditrici e lavoratrici autonome di richiedere, in sostituzione (anche parziale) del congedo parentale, tale contributo o per il servizio di baby-sitting o per i servizi per l’infanzia (erogati da soggetti sia pubblici che privati accreditati). L’indennità copre un periodo massimo di 3 mesi, nel primo anno di vita del bambino, e l’importo massimo del voucher è di 600 euro mensili, in base alla richiesta dell’imprenditrice. Il meccanismo per fruire del voucher è lo stesso di quello già individuato per le lavoratrici dipendenti: la domanda può essere presentata tramite il sito internet dell’INPS entro il 31 dicembre 2016. Il contributo è erogato nel limite della spesa di 2 mln. di euro e secondo l’ordine di presentazione delle domande.
La Presidente Folchetti ringrazia i Parlamentari di tutte le forze politiche che hanno lavorato per arrivare a questo traguardo: “9.330 mila GRAZIE, tanti quante sono le donne artigiane imprenditrici in Sardegna che, con questa novità, per la prima volta assaporano la soddisfazione di essere considerate mamme-imprenditrici come tutte le altre”. “Ai nostri rappresentanti in Parlamento – continua la Presidente – ora chiediamo un altro impegno affinché il voucher passi da sperimentale e temporaneo per continuare a sostenere le imprenditrici a conciliare lavoro e famiglia”.
Da una recente indagine Doxa, in Italia le donne titolari di un’attività in proprio per il 46% hanno meno di 40 anni (il 13% ne ha meno di 30) con un’età media di 42 anni. Il 30% di loro ha una laurea, più del doppio rispetto alla media nazionale (18.9 % dato Istat al 31/12/2014) e il 58% è anche mamma. Una percentuale che può crescere ora ma bisogna rendere strutturale il voucher che aiuta le imprenditrici a conciliare lavoro e famiglia.
“E’ con azioni concrete come queste che si aiuta la crescita demografica – continua la Folchetti – rendendo le madri tutte uguali indipendentemente dal lavoro che svolgono”. “E’ necessario superare definitivamente l’incomprensibile disparità di trattamento tra dipendenti e imprenditrici – conclude la Presidente di Confartigianato Sardegna – una discriminazione particolarmente odiosa nei confronti delle titolari d’impresa escluse dagli interventi a tutela della maternità previsti per le lavoratrici dipendenti e che attualmente non godono di alcun sostegno per coniugare gli impegni professionali con la cura della famiglia”.
Numeri delle donne imprenditrici in Sardegna:
- Totale imprenditrici artigiane donne: 9.330
- i cui Titolari Donne: 5.034
- di cui Collaboratrici Artigiane Donne: 4.296
% imprese artigiane donne su totale imprenditori artigiani: 20,4%