Con il discorso del Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Giacomo Meloni, si sono aperti a Chia (Cagliari-Sardegna) i lavori della 21esima edizione di “Energies&Transition High School” organizzata da Confartigianato Imprese e dai suoi Consorzi energia (Caem, CenPi, Multienergia).

Tra gli argomenti transizione green, crisi climatica, caro-energia, fonti rinnovabili, nucleare e sostenibilità sono ormai sfide quotidiane per il futuro sostenibile, non solo per i governi e le grandi aziende, ma anche, e soprattutto, per le piccole imprese italiane sempre più alle prese con i costi delle bollette e l’uso efficiente e sostenibile dell’energia.

Nella relazione introduttiva, il Presidente Meloni ha ricordato i problemi relativi alle difficoltà di reperimento delle materie prime, mercati di sbocco insidiati da conflitti e tensioni internazionali, approvvigionamento energetico incerto in termini di stabilità e soprattutto di prezzi e bollette che hanno un peso sempre più pesante nei bilanci delle imprese artigiane, argomenti che sono la punta di un iceberg che riguarda dinamiche internazionali che sfuggono alla nostra possibilità di intervento diretto ma non per questo ci devono indurre ad un atteggiamento passivo e di meri osservatori.

Da quando cioè il contesto internazionale è diventato decisamente instabile e sono cambiati i tradizionali assetti mondiali la parola sostenibilità – ha affermato Melonigli sforzi per mitigare il cambiamento climatico, gli impegni per ridurre le emissioni sono rimasti un po’ ai margini delle agende degli organismi internazionali, a loro volta sempre più fragili, considerati temi importanti si ma non prioritari e quasi ad uso esclusivo di addetti ai lavori”. “Noi riteniamo invece che sia ancora tempo di parlarne, di approfondire e di cercare soluzioni compatibili e di mediazione tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica – ha aggiunto – che consenta alle nostre imprese di intraprendere un percorso di transizione che garantisca loro la possibilità di stare sul mercato e anzi di rilanciare e trovare nuovi spazi di lavoro”. “Pensiamo sia doveroso soprattutto nei confronti delle nuove generazioni che forse più di altre sentono il tema in tutta la sua urgenza e, probabilmente in controtendenza rispetto a quelle più avanti con l’età – ha rimarcato – credono sia necessario un impegno costante non solo in termini di semplice sostenibilità energetica ma più in generale in termini di qualità della vita, aspetti sociali e lavorativi”. “Per questo, come Confartigianato – ha concluso il Presidentevogliamo dare un contributo al ragionamento senza sottrarci al compito di attore sociale prima che economico, anche quando questo comporta strade in salita, duro lavoro, sacrificio e difficoltà. Lo facciamo perché lungi dal volere assumere posizioni di retroguardia vogliamo al contrario guardare appunto al futuro. Al futuro delle nuove generazioni di imprese e di cittadini”.

Nell’apertura dell’evento di Chia sono stati presentati anche i dati sul costo energetico delle piccole e medie imprese, quindi sulle bollette e combustibili.

In Italia lo scorso anno i settori a maggiore prevalenza di micro e piccole imprese hanno pagato l’elettricità 8,8 miliardi, con 1,6 miliardi di maggiori costi rispetto alla media europea. Inoltre l’energia resta una delle voci di spesa più pesanti per famiglie e imprese italiane. Infatti i prezzi al consumo di elettricità, gas e altri combustibili rilevati tra gennaio e luglio 2025 sono superiori del 49,8% rispetto alla media del 2021. Un dato quasi triplo rispetto all’inflazione complessiva accumulata nello stesso periodo, pari al 17%.

In Sardegna, nel 2024, le piccole imprese e quelle artigiane hanno pagato l’energia elettrica 77milioni di euro, con 14 milioni di maggiori costi rispetto alla media europea, con uno spread dello 0,04% sul valore aggiunto territoriale.

I dati emergono dal rapporto di Confartigianato Imprese, dati Eurostat, Istat e Terna, sulla bolletta elettrica delle micro e piccole aziende italiane oggi è tra le più costose d’Europa. Con un prezzo medio di 28 centesimi/Euro per kWh, supera del 22,5% la media Ue. L’Isola, per questo, si piazza al 15esimo posto su base nazionale, in una classifica aperta dal Friuli (spread di +0,18%) e chiusa dal Lazio con solo lo 0,02% contro una media italiana dello 0.09%. A livello territoriale lo spread energetico più alto viene rilevato nella provincia di Oristano con +0,11% con un costo per le piccole e medie imprese di 16 milioni di euro con una differenza verso le pari dimensioni europee di 3 milioni di euro. Seguono Nuoro con spread di +0,04% con costi di 9 milioni e differenza UE di 2, Sassari-Gallura con spread di 0,04%, costi di 21 milioni e differenza UE di 4, e Cagliari con spread di 0,03%, costi di 21 e differenza UE di 4.

In testa c’è la Lombardia con 443 milioni, seguita da Veneto (231 milioni), Emilia-Romagna (208 milioni), Piemonte (181 milioni), Toscana (92 milioni), Campania (73 milioni), Friuli-Venezia Giulia (69 milioni), Puglia (53 milioni). 

E l’energia nell’Isola resta una delle voci di spesa più pesanti per le famiglie e le imprese. Sempre secondo l’analisi di Confartigianato, i prezzi al consumo di elettricità, gas e altri combustibili rilevati tra gennaio e luglio 2025 sono risultati superiori del 42,3% rispetto alla media del 2021. Un dato quasi triplo rispetto all’inflazione complessiva accumulata nello stesso periodo che è stata pari al 18.2%. A luglio 2025, sempre in Sardegna, si osserva un calo tendenziale del 3,6% nei prezzi energetici rispetto a luglio 2024 ma i rincari sono evidenti sul lungo periodo. A livello provinciale, nel 2025 Cagliari ha subito un aumento dei costi energetici del 49,6% rispetto al 2021 mentre sulla provincia di Sassari sono stati rilevati rincari del 48%, sempre paragonando uguali periodi (N.B. non sono disponibili dati sugli altri territori sardi).

Su base nazionale, tra le regioni più colpite, Marche e Molise guidano la classifica con una crescita dei prezzi del 58,8%, seguite da Abruzzo (+58,2%), Piemonte (+57,9%), Toscana (+57,0%), Umbria (+56,9%) e Valle d’Aosta (+56,7%). In doppia cifra anche Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia, Puglia e Sicilia, tutte con incrementi compresi tra il 50% e il 54%.

Il caro-energia – sottolinea il Presidente Nazionale di Confartigianato, Marco Granellifrena la competitività delle piccole imprese. Bisogna innanzitutto intervenire per riequilibrare il carico fiscale sulle bollette delle diverse dimensioni di imprenditori-utenti e che oggi penalizza le piccole aziende costrette a pagare per i grandi energivori. Le nostre imprese non chiedono privilegi, ma regole chiare ed eque”. “Per ridurre l’impatto del caro-energia su imprese e famiglie – aggiunge Granellioccorrono interventi su più fronti: diversificazione delle fonti di approvvigionamento, sostegno convinto delle rinnovabili, investimenti per incentivare lo sviluppo dell’idrogeno come vettore energetico strategico, senza trascurare la ricerca sul ‘nucleare pulito’, puntando sulle opportunità offerte dalle innovazioni tecnologiche introdotte con i reattori di nuova generazione”.

A ‘gonfiare’ il costo dell’elettricità delle piccole imprese è anche il prelievo fiscale e parafiscale in bolletta che in Italia è più che doppio (+117,4%) rispetto a quello medio dell’UE a 27. Siamo al secondo posto in Europa per il maggior carico di accise e oneri sul chilowattora pagato dalle MPI: 7,78 centesimi di euro al KWh. Ci batte soltanto la Polonia con 7,90 centesimi di euro al KWh.

Il fisco in bolletta cala al crescere dei consumi energetici. Le grandi imprese energivore italiane, infatti, registrano un prelievo fiscale addirittura inferiore del 19,6% rispetto alla media europea.

Confartigianato ha stilato la classifica delle regioni e province per l’extra costo per l’energia elettrica rispetto all’Unione europea nei settori a maggiore presenza di micro e piccole imprese, cioè alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altre manifatture, tra cui gioielleria ed occhialeria.