Per tanti anziani sardi le Festività significano aumento della solitudine e delle problematiche legate a questo tipo di situazione, Una di queste, per esempio, è la depressione, che peggiora la qualità della vita, compromettendo l’autonomia quotidiana, minando una salute fisica già rallentata dal naturale invecchiamento. Al contrario le relazioni rappresentano uno dei fattori protettivi più importanti contro il declino cognitivo e fisico.

E’ questa la riflessione che Anap Confartigianato Sardegna, l’Associazione Nazionale Anziani e Pensionati di Confartigianato Sardegna vuole lanciare in vista dei prossimi giorni di Natale e Capodanno: “Soprattutto nei mesi invernali, gli anziani sperimentano un isolamento ancora più marcato. Per questo dobbiamo stare il più possibile vicini ai nostri, perché la solitudine aumenta le fragilità”.

Secondo recenti analisi effettuate dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, su dati ISTAT, la situazione demografica della Sardegna conferma un’evoluzione sempre più marcata verso l’invecchiamento e la solitudine domestica.

Oggi nell’Isola si contano circa 421.000 persone con più di 65 anni, un numero destinato a crescere in modo costante nei prossimi anni. Le indagini demografiche mostrano che tra il 28% e il 32% degli anziani sardi vive da solo, una quota che colloca la Regione tra quelle italiane con la più alta incidenza di solitudine nella terza età. Significa che nel 2025 oltre 120.000 persone anziane – una su tre – affrontano le difficoltà del quotidiano senza un convivente. Lo studio dimostra anche come il fenomeno sia in aumento, alimentato da dinamiche note: l’allungamento della vita media, il calo della natalità e la progressiva riduzione delle famiglie multigenerazionali. Secondo le proiezioni, entro il 2030 il numero di over 65 che vivranno da soli in Sardegna potrebbe raggiungere quota 140.000, con un incremento di circa il 10% rispetto ad oggi.

Per ANAP Confartigianato Sardegna, questi numeri evidenziano un’urgenza sociale che richiede attenzione e interventi mirati: il rafforzamento dei servizi di prossimità, il sostegno alle reti di vicinato, l’innovazione nei modelli di assistenza domiciliare e una strategia regionale capace di prevenire l’isolamento. La crescita degli anziani soli non è solo una statistica, ma un cambiamento strutturale che riguarda l’intera comunità e chiama in causa le istituzioni, il terzo settore e la società civile.

Da qui l’appello di Giovanni Mellino, Presidente di ANAP Confartigianato Sardegna e VicePresidente Nazionale alle Istituzioni e alle Associazioni di Volontariato per far sapere agli anziani che, in caso di necessità, possono sempre contare su qualcuno. “Per gli over65 e le categorie fragili, questo periodo rischia accentuare l’isolamento e di essere un momento cruciale della loro vita. Tutti insieme possiamo fare la differenza e sconfiggere forse la più grande malattia del nostro tempo, appunto la solitudine”. “Questa rischia di diventare una trappola insidiosa – continua la Mellino figli, nipoti, familiari e vicini di casa: stiamo accanto ai nostri anziani, in particolare a quelli soli o che vivono situazioni di fragilità perché sono stati malati o hanno subito un dolore. Hanno bisogno di sentire la comunità vicina. Gli anziani sono custodi della memoria, conservano i valori e gli ideali fondamento della convivenza”.

Per Anap Confartigianato Sardegna basta poco per fare molto: una telefonata, una chiamata utilizzando le tecnologie digitali, una visita, anche un semplice “come stai?” aiutano a vivere meglio e a sentirsi parte attiva di una comunità. E’ fondamentale anche che le Istituzioni, le Forze dell’Ordine e il Mondo del Volontariato promuovano questo appello anche nei confronti dei vari presidi territoriali: i Comuni hanno fatto molto, il volontariato è stato in prima linea per aiutare gli anziani in difficoltà e consegnando loro beni di prima necessità. Per questo il loro impegno è encomiabile.

Di fronte a questa situazione, molte associazioni e realtà del territorio stanno intensificando le iniziative solidali: pranzi condivisi, telefonate di compagnia, servizi di prossimità e attività culturali pensate per mantenere vivo un senso di comunità. Tuttavia, queste azioni, pur preziose, non possono sostituire un impegno più strutturato che coinvolga istituzioni, famiglie e cittadini.

Le Festività rappresentano dunque l’occasione per riflettere sull’importanza dei legami e sul ruolo che ciascuno può svolgere nel contrastare la solitudine – conclude Giovanni Mellinoin un Paese che sta cambiando rapidamente, prendersi cura dei più anziani significa costruire una società più attenta, solidale e capace di mantenere vive le sue radici”.

In ogni caso, ANAP Sardegna rigetta l’idea lasciare soli gli anziani perché prendersi cura degli anziani significa proteggere un patrimonio di memoria, valori e storia che appartiene a tutti noi.