E’ dedicato alla “rinascita” delle donne vittime di violenza il “microcredito di libertà”, progetto che non si limita a offrire un sostegno economico ma propone una visione per restituire alle donne la possibilità di ricostruire la propria vita.

L’iniziativa, promossa da Confartigianato Imprese Sassari, Confidi Finart di Confartigianato Sassari e Banco di Sardegna verrà presentata a Sassari, mercoledì 15 dicembre con inizio alle ore 10.00, presso la Sala Convegni della Camera di Commercio (via Roma 74) in un evento dal titolo “Credito di libertà – Strumenti finanziari per l’emancipazione delle donne vittime di violenza”, che vedrà la partecipazione e il coinvolgimento della Politica, delle Istituzioni, dell’Amministrazione Pubblica, della Chiesta, delle attività imprenditoriale e della professioni; una rete che può diventare presidio, sostegno, guida per tutte coloro che vivono situazioni di violenza, non solo fisica, ma anche psicologica ed economica.

Verrà aperto dalle riflessioni dell’Assessora Regionale al Lavoro, Desirè Manca, del Sindaco della Città Metropolitana di Sassari, Giuseppe Mascia, del Presidente della Camera di Commercio di Sassari, Stefano Visconti, del Vescovo di Ozieri, Monsignor Corrado Melis, del Presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Sassari, Marco Scanu, del Presidente dell’Ordine di Consulenti del Lavoro di Sassari, Giuseppe Oggiano e della Presidente di Confidi Finart Confartigianato Sassari, Maria Amelia Lai. Seguiranno gli interventi della Responsabile Crediti Speciali del Banco di Sardegna, Paola Del Fabro, del VicePresidente European Microfinance Network, Emanuele Cabras, e dalla Presidente del CPO Ordine Forense di Sassari, Silvia Mesina.

Il Microcredito di Libertà si rivolge alle donne e punta a favorire la loro autonomia economica attraverso un sostegno integrato. Prevede due misure principali: quello sociale, con finanziamenti fino a 10mila euro, e quello imprenditoriale, con sostegni fino a 50mila euro.

Il primo è destinato a tutte coloro in percorso di fuoriuscita dalla violenza, seguite dai Centri Antiviolenza e che si trovino in condizioni di vulnerabilità economica, come disoccupazione, riduzione del reddito o crisi di liquidità, per coprire spese mediche, scolastiche, di trasporto o per l’accesso a una nuova abitazione. A questo si aggiungono corsi gratuiti di educazione finanziaria, accompagnamento all’autoimprenditorialità e l’assistenza di un tutor specializzato in microcredito, che segue la beneficiaria dalla richiesta alla restituzione. Prevede un finanziamento fino a 10.000 euro a tasso 0% e senza spese aggiuntive. Il prestito serve per beni o servizi legati ai bisogni primari della richiedente o del suo nucleo familiare, escluso il partner maltrattante. La durata massima è di 60 mesi ed è garantito al 100% dal Fondo di Garanzia pubblico. Nel secondo caso, invece, il finanziamento massimo arriva 50mila euro e sostiene donne vittime di violenza che vogliono diventare imprenditrici autonome o avviare o sviluppare iniziative di microimpresa e acquistare beni e servizi connessi all’attività imprenditoriale e pagare le spese di formazione aziendale. La durata massima è di 120 mesi, con possibile preammortamento fino a 12 mesi. Il finanziamento è a tasso 0 ed è coperto dal Fondo di Garanzia per le PMI fino all’80% (60% oltre 50.000 euro). Il prestito copre acquisti di beni e servizi utili all’attività, retribuzioni di nuovi soci lavoratori e formazione aziendale.

Per Maria Amelia Lai, Presidente di Confidi Finart Confartigianato Sassari, “La violenza contro le donne non è un fenomeno unico, né semplice. Ha mille volti, può essere psicologica, economica, familiare, affettiva. Può agire nel silenzio delle case, nelle dipendenze economiche, nelle paure che tolgono respiro. È fatta di parole che feriscono, di controlli, di negazioni, di solitudini invisibili. Quando si parla di violenza è necessario ricordare che non esiste solo quella fisica, ma anche psicologica, economica. Molte delle sue forme sono invisibili, ma non per questo meno devastanti. Ed è proprio per questo che chi è qui oggi – istituzioni, professionisti, operatori – hanno una responsabilità decisiva cioè essere rete, essere sostegno, essere possibilità”.

Il Credito di Libertà è un ponte da rendere solido con l’impegno quotidiano – aggiunge la Presidente Laiquando una donna ritrova autonomia economica, ritrova anche la sua voce, la sua dignità, la sua vita”. “Un progetto che unisce strumenti e comunità, un modello di collaborazione tra enti, professionisti e istituzioni – aggiunge – perché affrontare la violenza significa non solo intervenire sull’emergenza, ma costruire percorsi di autonomia economica, psicologica e sociale”. “L’evento del 17 dicembre – conclude la Presidente Lai – vuole essere più di un incontro, vuole essere un segnale forte. Un richiamo alla responsabilità collettiva. Un invito a guardare oltre i numeri, per vedere i volti, le storie, i silenzi che chiedono ascolto. Perché la libertà di una donna non è un atto individuale ma una conquista che appartiene a tutta la comunità”.