EXPORT – Crescono le esportazioni delle piccole medie aziende sarde (175milioni e +3,4%) e gli imprenditori, con gli studenti, vanno a lezione. Oggi a Cagliari l’iniziativa di Confartigianato Sardegna e ICE-Agenzia per prepararsi a vendere all’estero.
Se l’export cresce, cresce anche la voglia delle imprese sarde di conoscere meglio i mercati e le opportunità, sviluppando le competenze manageriali.
Per questo 60 imprese di tutta la Sardegna, da stamattina a Cagliari, si preparano all’export per vendere nei mercati esteri, durante un evento organizzato da Confartigianato Imprese Sardegna e dall’ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
Dall’agroalimentare alla moda, dalla gioielleria all’artigianato tipico e tradizionale, dall’arredamento, ai cosmetici per arrivare al turismo, ai materiali da costruzione, ai servizi e all’energia, fino alle vendite on line.
Per gli imprenditori sardi, insieme a 20 giovani studenti dell’Istituto Tecnico Economico “P.Martini” di Cagliari impegnati nell’alternanza scuola-lavoro, l’opportunità è quella di sviluppare le conoscenze e gli sbocchi offerti dai mercati internazionali, approfondendo le competenze tecnico-manageriali, con l’obiettivo di accrescere business e competitività sui mercati esteri.
L’iniziativa è stata aperta dalla presentazione di Confartigianato Imprese Sardegna, con il Segretario Regionale Stefano Mameli, e di ICE-Agenzia, con la Funzionaria Manuela Cipollitti. Sono seguiti i saluti della Regione Sardegna, con il Direttore Generale dell’Assessorato Regionale dell’Industria, Roberto Saba.
L’incontro sta proseguendo con la “lezione” del Docente della Faculty ICE Agenzia e consulente per internazionalizzazione, Giulio Ravizza Garibaldi che, durante le 8 ore di incontro, ha il compito di preparare aziende e giovani alle tematiche fondamentali del marketing per l’export approfondendo argomenti come il posizionamento dell’offerta, la politica di prodotto a vocazione internazionale, i canali distributivi, il pricing per i mercati internazionali e l’utilizzo dei mezzi di divulgazione digitali per la comunicazione con l’estero.
18 aziende, tra quelle partecipanti, nei prossimi giorni avranno anche l’opportunità di accedere a un servizio di assistenza individuale personalizzata, consistente in 15 ore di “tutoraggio” in azienda per impostare l’avvio di una attività sui mercati esteri.
Nel frattempo ha ancora il segno positivo l’export delle MPI della Sardegna. Nonostante un sensibile rallentamento delle vendite all’estero rispetto allo scorso anno, il manifatturiero delle micro e piccole realtà sarde (che non prende in considerazione i prodotti petroliferi e della raffinazione) può ancora godere di un andamento con il segno “più” e di un giro d’affari di 175milioni di euro.
I dati, regionali e provinciali parlano chiaro: per questa tipologia di realtà produttive, l’ultimo anno la variazione in crescita è stata del +3,4%, rispetto al 2017 (+2,9 media italiana). In rallentamento, in ogni caso, rispetto al boom registrato tra il 2016 e 2017, che aveva fatto registrare un sensazionale +13,6%.
A livello provinciale, con 81,4 milioni di euro di prodotti esportati dalla piccola manifattura, l’area di Cagliari apre la classifica territoriale. Seguono Sassari con 45,2 milioni di euro e Nuoro e Oristano, a pari merito, con 10,8 milioni di euro ciascuna mentre 27 milioni di euro di merci partono dal Sud Sardegna.
Cresce l’esportazione della piccola manifattura dei mobili (+36,8%), dei prodotti in metallo (+24,8), del tessile (+13,4%), del legno (+4,4%) e della pelle (+0,4%). Cala l’abbigliamento (-22,2%), gli alimentari (-16,4%) e altri prodotti manifatturieri (-25,6%).
Tra il valore esportato 90milioni è rappresentato dai prodotti in metallo, 61milioni dall’agroalimentare, 11 dal legno, 5 dalla pelle, 3 dal tessile, 2,5 dall’abbigliamento quasi 2 dal resto dei prodotti.
Tra i Paesi di destinazione, si rafforza il commercio con l’Arabia Saudita (+26,6%), con il Regno Unito (+62%), con la Cina (+15,6%), con la Spagna (+9,7) e la Polonia (+16,3%). Positivi, ma estemporanei, per il valore in euro, le impennate dell’export co la Nuova Zelanda (+479,6%), il Sud Africa (+23,5%) e il Canada (+108%). In calo, al contrario, i rapporti con il Giappone (-22%), la Svizzera (-26%) e la Turchia (-13%).
“L’export delle piccole imprese manifatturiere sarde – commenta Stefano Mameli, Segretario di Confartigianato Sardegna – dimostra ancora una volta di essere solido e di essere stato in grado, non solo di resistere alla crisi economica, ma anche di registrare un incremento nei numeri. Tutto ciò premia la capacità delle nostre aziende e il loro saper fare. Si tratta di un vero e proprio tesoro che, come Confartigianato, siamo impegnati, anche oggi, a difendere anche nei mercati esteri. Stesso meritorio lavoro che sta portando avanti l’Assessorato Regionale dell’Industria attraverso il Piano Triennale dell’Internazionalizzazione”.
“Nonostante i numeri – continua Mameli – però le aziende del settore sono ancora lontane dall’esprimere tutto il proprio potenziale. In un momento storico in cui è sempre maggiore l’attenzione alla genuinità e artigianalità dei prodotti, una regione come la nostra deve continuare a investire nella conoscenza dei mercati internazionali. Sono proprio le piccole imprese che, per crescere, hanno bisogno di supporto e affiancamento. Noi stiamo cercando di fare la nostra parte”.
“Vogliamo far crescere queste cifre – sottolinea il Segretario – per questo abbiamo deciso di continuare con ICE-Agenzia e le aziende, questo lavoro di formazione e di marketing per la ricerca di nuovi spazi a dimostrazione di come non sia più sufficiente che la Sardegna abbia ottime produzioni ma di come sia necessario cercare e trovare gli acquirenti attraverso nuove iniziative”.
“Siamo certi ci siano che gli spazi per operare bene – conclude Mameli – per questo, ripetiamo, è necessario non fermarsi esclusivamente alla vendita nel mercato interno sardo o nazionale ma lavorare in rete per raggiungere obiettivi commerciali spesso neppure troppo lontani”.