Anche le imprese sarde dell’autotrasporto potranno fruire dei 500 milioni di euro che il Governo a messo a disposizione per mitigare gli effetti del caro gasolio.
Lo annuncia Confartigianato Trasporti Sardegna comunicando la pubblicazione del Decreto Aiuti sulla Gazzetta Ufficiale.
“La norma, che attua il Fondo da mezzo miliardo di euro, ottenuto a seguito della vertenza col Governo in conseguenza dell’abnorme impennata dei prezzi del gasolio per autotrazione – commenta Giovanni Mellino, Coordinatore di Confartigianato Trasporti Sardegna – è il risultato di quanto proposto da Confartigianato Trasporti e Unatras nella trattativa col Governo e definitivamente concordato al Tavolo Autotrasporto con la Vice Ministra Teresa Bellanova”.
La principale misura a sostegno delle imprese del settore, riconosce, alle imprese che temporaneamente hanno visto sospeso il rimborso delle accise, un contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, nella misura del 28 per cento della spesa sostenuta nel primo trimestre del 2022 per l’acquisto di gasolio impiegato per il rifornimento di veicoli di massa superiore a 7,5 tonnellate di classe ambientale euro V ed euro VI, al netto dell’IVA, comprovato mediante le relative fatture d’acquisto.
“E’ stato così confermato quanto avanzato sin dalla prima ora dalla nostra Organizzazione – continua Mellino – ovvero il riconoscimento del contributo sotto forma di credito d’imposta quale formula più veloce per far arrivare le risorse alle imprese”.
Confartigianato Trasporti ricorda anche che l’importo spettante potrà essere utilizzato esclusivamente in compensazione mediante F24 e, come richiesto ed ottenuto dalla nostra organizzazione, il contributo è escluso dai limiti di compensabilità previsti dalla legge e non concorre alla formazione del reddito d’impresa, né della base imponibile ai fini IRAP.
Per l’utilizzo concreto del credito va ora attesa l’emanazione dello specifico codice tributo da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Il caro carburante, che da mesi sta mettendo a dura prova le circa 2.500 aziende sarde dell’autotrasporto che, con oltre 7mila dipendenti, veicolano ogni giorno l’87% di tutte le derrate movimentate nell’Isola, qualche settimana costrinse le imprese a spegnere temporaneamente i motori, e accendere la rabbia, la preoccupazione e il timore che gli automezzi potessero rimanere per lungo tempo nelle rimesse per mancanza di convenienza a uscire lungo le strade e consegnare le merci o, addirittura, non ripartire mai più.
Un settore, quello dell’autotrasporto sardo che, al primo gennaio di quest’anno, ha registrato una decrescita totale del 2,9%, di cui ben il 5,7% solo nel comparto artigiano. Dal 2009, in Sardegna, è scomparso circa il 20% del tessuto imprenditoriale. A livello provinciale a Cagliari le imprese registrate sono risultate 1.123 di cui 729 artigiane. Rispetto allo scorso anno, nel totale delle imprese di autotrasporto merci, il calo registrato è del 2,9%. A Nuoro sono 362 (di cui 259 artigiane), con un calo del 2,7%. A Oristano sono 250 (185 artigiane) registrando un -2,3%. Infine a Sassari ci sono 741 imprese, di cui 474 artigiane: le cancellate sono il 3,0%.
Secondo i calcoli di Confartigianato Trasporti Sardegna, i vertiginosi aumenti del costo del gasolio, hanno messo a dura prova anche la stabilità delle diverse filiera produttive isolane.
I conti sono presto fatti: un automezzo di 440 quintali di peso complessivo che percorre 150.000 km annui (percorrenza media minima perché il mezzo si ripaghi) e abbia un consumo di 3 km/litro, “beve” 50.000 litri di gasolio. Ogni centesimo di euro di accise in più sul gasolio quindi “pesa” su ogni singola motrice per 500 euro l’anno, ovvero ogni 10 centesimi di aumento “pesa” 5mila euro.