Un Assessorato Regionale alla Longevità e alle Politiche Sociali, che proponga e attui politiche e programmi di cittadinanza attiva in favore della popolazione “matura” su salute e prevenzione, accompagnamento, assistenza e inclusione sociale, reddito pensionistico e lavoro, per integrarle con tutti gli altri fattori della Sardegna, aumentando i servizi e attuando i programmi.

E’ questa la richiesta che i pensionati di Confartigianato Sardegna, attraverso il Presidente Regionale Giovanni Mellino e i componenti della Giunta, fanno alla Governatrice, Alessandra Todde alla luce dell’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna sugli anziani e pensionati sardi, sui dati Istat e Inps, dalla quale emerge come nell’Isola vi siano 414mila over 65 che incidono sulla popolazione per il 26,2%. Secondo il report il totale dei pensionati sardi è di 450mila, con 649mila pensioni erogate che apportano al sistema economico regionale 8miliardi e mezzo di euro di risorse annue che, con un importo medio di 13mila euro pro capite, contribuiscono alla spesa delle famiglie sarde per il 30% dei consumi.

E’ urgente la necessità che, d’ora in poi, anche la Politica si occupi attivamente e fattivamente dei 414mila over 65 creando un apposito dicastero alla terza età istituendo anche la figura del Garante per i diritti degli anziani e ideando una apposita agenzia interassessoriale – afferma Giovanni Antonio Mellino, Presidente di ANAP Sardegna e VicePresidente Nazionale, l’Associazione Nazionale degli Anziani e Pensionati di Confartigianato – l’occasione di un segnale del genere potrebbe avvenire durante le dichiarazioni programmatiche della Presidente in Consiglio, che anticiperebbero la riforma della Regione”. “La terza età va preparata, curata e seguita e non, come è accaduto negli anni passati, relegata ad argomento di ultima fascia e nascosta come se fosse il peggio della vita – prosegue Mellino – è necessario dare una svolta a questo tema pensando a essa come un filo conduttore di molte politiche pubbliche: dall’abitare, al lavoro, al sociale, alla sanità, all’integrazione con gli attori produttivi della società. E’ necessario, inoltre, fare un passo avanti sulla prevezione”.

Secondo i dati previsionali elaborati dallo studio di Confartigianato Sardegna e pubblicati da Istat, gli anziani over 64 anni sono destinati a crescere nei prossimi anni raggiungendo il picco massimo nel 2044 quando saranno 532.643, il 40,3% della popolazione complessiva. Al contrario la popolazione under35 si riduce del 27% nel corso dei 20 anni inclusi nella serie previsionale (2024-2044) riducendo il proprio peso sulla popolazione totale (da 30% al 25%). Il numero di pensionati sono complessivamente 450 mila totali di cui 59% sono pensionati per vecchiaia. L’ammontare delle pensioni nella nostra regione ammonta a 8,4 miliardi, di cui 5,4 miliardi per vecchiaia, pari al 30% dell’ammontare della spesa per consumi sostenuta in un anno dalle famiglie sarde. La speranza di vita sarda è di 82 anni e fra 40 anni il numero degli anziani over 65 inciderà sulla popolazione per oltre il 40%. Attualmente i pensionati per vecchiaia sardi sono 267mila con un ammontare di 5miliardi e mezzo di euro, equivalenti a un importo medio di 19mila euro pro capite. A tali numeri si aggiungono quelli del sorpasso dei pensionati sui lavoratori. Nell’Isola, infatti, ci sono 566mila lavoratori e, come detto, 649mila pensionati, con un saldo negativo di 83mila, contro un saldo nazionale di +327mila. I dati territoriali. Riferiti alle vecchie province, dicono come a Cagliari vi siano 153mila pensionati e 163 attivi con un saldo positivo di +10mila, a Sassari 188mila pensionati e 171 lavoratori con un saldo negativo di 17mila, a Oristano 71mila pensionati e 50mila attivi con un negativo di 20mila e a Nuoro 91mila pensionati e 70mila attivi, con una passività di -22mila.

Per i componenti della Giunta Regionale di ANAP Confartigianatola Sardegna si trova di fronte a una sfida senza precedenti: l’invecchiamento della popolazione sta raggiungendo livelli critici e richiede una risposta immediata e incisiva. La crescita demografica della fascia anziana della nostra comunità è in costante aumento, mentre le risorse e le attenzioni a essa dedicate risultano del tutto insufficienti. L’anzianità non può più essere sinonimo di abbandono o marginalizzazione. È urgente che la Sardegna adotti misure concrete e mirate per affrontare le sfide che questa crescente parte della popolazione presenta. L’insufficiente assistenza, la mancanza di servizi sanitari e sociali appropriati, e di programmi specifici per il supporto degli anziani è un problema che non possiamo più ignorare. Un Assessorato ad hoc rappresenterebbe un passo significativo verso il riconoscimento e la valorizzazione del contributo degli anziani alla nostra società. Tale organismo avrebbe il compito di sviluppare e implementare politiche pubbliche innovative e sostenibili per migliorare la qualità della vita degli anziani, garantendo loro accesso a servizi di assistenza domiciliare, strutture residenziali di alta qualità, assistenza sanitaria specializzata e programmi di inclusione sociale. Insieme dobbiamo promuovere politiche personalizzate e differenziate che rimandino ad una visione comune e dove le politiche d’invecchiamento attivo creino le condizioni attraverso cui gli anziani possano avere reti di riferimento e luoghi di socializzazione. Chiediamo ai nostri rappresentanti politici di ascoltare questa richiesta urgente e di agire senza indugi per garantire il benessere e la protezione degli anziani sardi. Il tempo per l’azione è adesso”.

Poi la questione caregiver: “Molti anziani, anche a causa dell’età, hanno una o due malattie croniche che impediscono di vivere una vita normale- prosegue Mellino – hanno quindi bisogno di essere aiutati sia nell’accudimento, sia di poter vivere una vita di inclusione sociale nei loro territori. Inoltre, in questa popolazione sono molto diffuse la solitudine e la depressione. C’è da affrontare, quindi, anche la garanzia di continuità delle cure. Inoltre è delicatissima anche la questione legata alla solitudine, situazione diffusa di esclusione sociale territoriale, soprattutto perché molte persone mature sono sole. Spesso abbandonati anche dalle loro rispettive famiglie, troppo affaccendate verso altri aspetti della vita. E’ comprensibile che, per occuparsi di questo, sia necessaria una politica di inclusione e di assistenza territoriale”.

Ma la Giunta Regionale degli anziani e i pensionati di Confartigianato Sardegna vogliono ricordare anche come questa fascia debole abbia anche subito una pesante diminuzione del potere di acquisto dei loro trattamenti economici non solo a causa dell’inadeguato sistema di bilanciamento al costo della vita, ma anche a causa dell’aumento dei costi posti a carico dei cittadini per le cure sanitarie, i servizi sociali e assistenziali, le tassazioni locali per la casa e sui redditi

La terza età ha sempre fatto, e vuole ancora fare la propria parte per dare un valido contributo per uscire dalla difficile situazione economica – conclude il Presidente degli Anziani e Pensionati sardi di Confartigianatonon può, però, essere considerata una parte marginale e passiva e, men che meno, può essere ignorata. Crediamo, per questo, che le politiche per rimuovere le cause della stagnazione della domanda interna e per produrre buona occupazione e sviluppo debbano conciliarsi con quelle per garantire adeguati livelli di vita, buona sanità ed efficaci politiche sociali ai cittadini. Pertanto auspichiamo interventi legislativi anche da parte della Regione con più efficaci misure di sostegno e integrazione al reddito e alla vita sociale della terza età”.