Costruiscono imbarcazioni, le riparano, le manutengono, le rinnovano, le custodiscono, le abbelliscono, le puliscono e le propongono a noleggio. Inoltre per loro realizzano accessori e strumenti di navigazione, offrendo servizi e mettendo a disposizione per il settore migliaia di figure professionali d’eccellenza.

E’ questo il mondo delle imprese della nautica, una filiera di produzione e servizi per i natanti che in Sardegna è rappresentata da 918 realtà di cui una su tre (36,6%) è artigiana (336 unità). Nello specifico 129 imprese si occupano di cantieristica (produzione), di cui 73 artigiane (56,6%) mentre ben 789 attività (di cui 262 artigiane, pari al 33,3%) si occupano di servizi.

Secondo il dossier dal titolo “Cluster nautica da diporto nell’Isola”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, su dati UnionCamere-Infocamere 2023, il peso dell’artigianato del settore rilevato per l’Isola è più elevato rispetto a quello medio nazionale (36,6%>34,7% nazionale) la cui incidenza sul totale dell’economia regionale influisce per lo 0,72% (seconda posizione nazionale).

In particolare, sono artigiane circa tre su quattro (73,5%) delle imprese che operano nei settori della Costruzione di imbarcazioni da diporto e sportive e della Riparazione e manutenzione di navi commerciali e imbarcazioni da diporto, incidenza superiore a quella rilevata a livello nazionale del 61,1%. La Sardegna è la seconda regione italiana per maggior specializzazione nei principali cluster della nautica da diporto. Mostra difatti, rispetto alla media nazionale, un più alto peso delle imprese appartenenti alla perimetrazione proposta sul numero complessivo di imprese registrate, sia per il totale (0,72%> 0,24% nazionale) che per l’artigianato (0,98%> 0,29% nazionale). Rispetto al pre-pandemia (I trimestre 2019) il settore presenta una riduzione dell’artigianato dei cluster della nautica che opera nell’area della produzione (-27,0%) e al contrario un incremento del numero di imprese impegnate nei servizi (+35,6%), in modo particolare nella riparazione e manutenzione delle imbarcazioni (+43,8%).

Oltre queste imprese che operano in esclusiva con il settore, si possono stimare almeno altre 600 imprese legate alla filiera e che forniscono prodotti e servizi pur operando in altri settori; è il caso, per esempio, dei tappezzieri (cuscini e tendalini), falegnami, meccanici, impiantisti, autisti di transfer per servizi in banchina, imprese di pulizia e sanificazione, aziende di ristorazione e catering, e realtà che offrono beni e servizi di lusso. Tutto ciò porta a stimare circa 1.518 realtà e 15mila addetti, tra diretti e indiretti, saltuari e fissi.

“L’artigianato nautico in Sardegna rappresenta una delle eccellenze del territorio, un settore in cui la storia e la tradizione si uniscono alla modernità e all’innovazione tecnologica. La passione, la competenza e la dedizione degli artigiani navali sardi sono il segreto del successo di queste imbarcazioni uniche, che continuano ad affascinare il mondo”.

E’ questo il commento di Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, sui dati relativi alla filiera della nautica.

“Nonostante la pandemia, la guerra in Ucraina, l’aumento esponenziale dei costi di materie prime ed energia, il settore della nautica continua a brillare e a offrire opportunità in tutta l’Isola – continua la Presidentei dati che abbiamo sono lusinghieri ma dobbiamo, anche in questo caso, ricordare come le imprese non riescano a sostenere pienamente la ripartenza perché mancano gli addetti in tutti gli ambiti”. “Infatti scarseggiano progettisti, tecnici, ma anche operai per la vetroresina, impiantisti e falegnami – sottolinea – quello legato al settore della nautica è un patrimonio di competenze che assorbe interamente tutti gli addetti. Infatti, la domanda di manodopera qualificata in questi settori è alta. Gli artigiani che sappiano lavorare con le mani, con la mente e con il cuore sono ricercatissimi, perché non se ne trovano. E allora accadde spesso che i cantieri che operano nell’Isola debbano rivolgersi ad aziende del resto d’Italia e del resto d’Europa”.

Secondo il dossier dell’Associazione Artigiana, nel panorama nazionale la Sardegna si piazza al 5° posto nella filiera (produzione + servizi), con la Toscana prima e Valle D’Aosta ultima; nella produzione è 11esima (prima ancora la Toscana e sempre ultima la VDA) mentre si piazza al quinto posto tra quelle che operano nei servizi (prima la Campania e ultima sempre la regione alpina).

Analizzando le vecchie 4 province sarde, al primo posto si posiziona Sassari-Gallura con 608 realtà (66 produzione e 542 servizi), seguita da Cagliari con 193 (45 e 148), Nuoro-Ogliastra con 98 (16 e 82) e Oristano con 19 (2 e 17).

Nel ranking nazionale provinciale per produzione-servizi, Sassari-Gallura si piazza al secondo posto (11esima come produzione e seconda come servizi). Cagliari è al 17esimo posto nazionale, Nuoro-Ogliastra 29esima e Oristano e al 69esima.

L’occupazione nel comparto della nautica.

In Sardegna gli occupati in questo settore, con ‘ruolo’ di rilievo dopo quello della riparazione e manutenzione di navi, sono 194, di cui uno su tre (32,1%) opera in un’impresa artigiana. Di questi 194 addetti il 54,8% lavora in una microimpresa (1-9 addetti) e il 45,2% in un’impresa di piccole dimensioni (10-49 addetti). Sassari è la provincia che mostra, oltre ad un maggior numero di occupati nel settore – 106 totali e 37 nel solo comparto artigiano – un indice di specializzazione dell’artigianato più elevato che la posiziona 15^ tra le province italiane. A seguirla, subito dopo, in 16^ posizione è la provincia del Sud Sardegna che è anche quella che presenta il peso dell’artigianato più elevato: il 71% di coloro che lavorano nel settore delle costruzioni di navi e imbarcazioni prestano servizio in un’impresa artigiana.

Sull’Isola la domanda di lavoro di meccanici e attrezzisti navali negli ultimi anni ha registrato una certa stabilità, in media ogni anno la ricerca è rivolta a una cinquantina di queste figure. Il problema però è trovarle: la quota di entrate difficili da reperire nel 2022 si attesta all’80%, superiore di 13,3 punti rispetto alla quota rilevata l’anno precedente (66,7%).

Il settore della nautica da diporto sarda e del resto d’Italia, accomuna in sé tutte le caratteristiche di impresa in senso moderno – continua Maria Amelia Laiabbiamo cioè un mix perfetto di tecnologia, design, arredi, componenti e accessori; le produzioni sono realizzate da imprese piccole, medie e grandi, che soddisfano tutte le necessità di un settore in cui l’Italia e leader da sempre. Un punto di forza, quindi, che non solo va a giovare alla filiera nautica, ma anche in quella dell’artigianato, del design, della produzione tipicamente Made in Italy”. “Grazie all’impegno quotidiano dei nostri appassionati imprenditori – conclude la Presidentesi consolida pertanto come un fiore all’occhiello del Made in Sardegna e Made in Italy e una vera eccellenza a livello globale. Un successo che cresce anno dopo anno e che fa salire anche il numero degli addetti complessivi, rafforzando così ulteriormente il trend occupazionale positivo”.

Per Confartigianato Sardegna, secondo le rilevazioni di questo primo semestre, il 2023 sarà un anno che farà ben sperare per il futuro dell’impresa nautica e per la valorizzazione dell’eccellenza del Made in Italy. Infatti, le imbarcazioni artigianali sarde sono frutto di una lunga tradizione nautica, ma anche dell’innovazione tecnologica e della professionalità di chi si dedica a questo mestiere. Il lavoro degli artigiani navali sardi è molto specializzato, e richiede una grande attenzione ai dettagli e una grande cura per le finiture. Le imbarcazioni che escono dai cantieri sardi sono in grado di soddisfare le esigenze di ogni tipo di cliente: dagli appassionati di vela, ai pescatori, agli amanti delle crociere, fino ai professionisti del settore. Cresce anche la richiesta all’estero: molte imbarcazioni create nell’Isola sono vengono esportate nei Paesi del Mediterraneo, in Europa e negli Stati Uniti. La loro fama internazionale è il risultato di un lavoro costante sulla qualità dei materiali utilizzati e delle tecniche di costruzione impiegate.