In un mondo dominato dalle tecnologie, la Sardegna e l’Italia possono tornare a interpretare un ruolo centrale se saranno capaci di riconnettere quel bacino di saperi, culture e identità che stanno nei territori.

È questa la tesi che Paolo Manfredi, scrittore e responsabile delle strategie digitali di Confartigianato Imprese, propone nel suo “Provincia, non periferia”, saggio breve che verrà presentato stasera giovedì 5 dicembre, alle ore 17, presso la Biblioteca “Emilio Lussu” (Parco di Monteclaro) della Città Metropolitana di Cagliari, in una iniziativa organizzata da Confartigianato Imprese Sardegna.

Nell’incontro con il pubblico, Manfredi affronterà il dilemma che vivono i territori più interni e lontani dai Centri, presi nella morsa dell’alternativa tra la fuga dei giovani alla ricerca di un futuro,  spesso illusorio, e la omologazione dei modelli culturali. Il libro propone una risposta che parla di resilienza, resistenza e rinascita dei territori che non necessariamente devono inventare qualcosa di nuovo; piuttosto, devono ri-scoprire ciò che nei secoli è nato e si è sviluppato nelle nostre comunità e migliorarne il racconto e la sostanza. Per l’autore, infatti, è necessario, tornare a concentrarsi sulla ricchezza e varietà delle diversità di cui ciascun territorio è portatore e di lavorare per accrescere e sviluppare questo prezioso bacino di saperi e competenze, dalle quali può e deve venire il riscatto, anche per la provincia più profonda e lontana “dal centro”.

Le province, o le aree lontane dai grandi centri urbani, negli ultimi decenni sono state abbandonate in nome di una globalizzazione che tende all’efficienza sacrificando la ‘biodiversità’ sociale ed economica – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – solo un processo di riconoscimento delle rispettive differenze potrà ricomporre la frattura tra città e provincia, tra vincenti e perdenti, tra luoghi dove succede tutto e territori che non contano più nulla”.

Siamo un Paese fatto di differenze – sottolinea invece Paolo Manfredioccorre quindi innovare le diversità, dei territori e delle province ma stando attenti a non creare standardizzazione, che va contro la nostra natura, ci danneggia e potrebbe trasformarsi solo in una competizione fiscale. Celebrare l’artigianalità e la manifattura oggi significa celebrare la biodiversità produttiva italiana”.

Milanese di 46 anni, Manfredi, oltre a dirigere le strategie digitali di Confartigianato Imprese, centro di competenza che analizza l’impatto della rivoluzione sulle micro e piccole imprese e costruisce percorsi di innovazione inclusiva, scrive anche di innovazione, politica e ristoranti. Nel 2016 ha pubblicato con Marsilio “L’economia del su misura. Artigiani, innovazione, digitale”. Autore presso www.glistatigenerali.com, da settembre del 2019 cura il blog “Grimpeur. Scalare la montagna dell’innovazione inclusiva” sulla pagina web di Nòva del Sole 24 Ore.