LAVORO E PICCOLE IMPRESE – Cresce l’occupazione nelle piccole imprese della Sardegna: 6.849 posizioni lavorative in più rispetto al 2017. Con il +6,9%, l’Isola al terzo posto nazionale dopo Valle d’Aosta e Trentino. Matzutzi (Confartigianato) appello alla politica: “Fase cruciale per il rilancio dell’economia sarda: dimostrate quanto siete vicino ai piccoli imprenditori”.

Il lavoro in Sardegna? Lo creano sempre più le piccole imprese.

E’, infatti, di 6.849 unità lavorative il saldo positivo tra le assunzioni e cessazioni nelle aziende fino a 15 dipendenti. Tale crescita corrisponde a un +6,9% rispetto alla precedente rilevazione che pone la nostra regione al terzo posto nazionale dopo la Valle d’Aosta (+7,3%) e il Trentino (+7,1%) contro la media nazionale del +4,6%.

Ad analizzare l’incremento occupazionale delle imprese sarde è l’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha rielaborato i dati INPS e ISTAT, tra luglio 2017 e giugno 2018, relativi alle assunzioni e cessazioni nelle realtà produttive sarde.

Più approfonditamente il dossier ha rilevato nelle imprese fino a 15 dipendenti 97.570 assunzioni e 90.721 cessazioni, per un salto totale di +6.849. Tra le realtà con più di 16 addetti, le assunzioni sono state 85.505 contro le 86.041 cessazioni per un saldo finale negativo di 536 unità lavorative. I due bilanci, come detto, quindi, portano a un attivo di 6.313 posizioni. I dati percentuali rivelano anche come la crescita generale tra le imprese sarde sia stata del 3,5%, rispetto al +3,3% della media italiana, percentuale che pone la Sardegna al 10° posto assoluto tra tutte le regioni.  Nelle aziende maggiormente dimensionate, con un -0,7%, la nostra isola ricopre la penultima posizione, subito dopo la Calabria con un -6,5%.

Questa analisi conferma come siano le piccole realtà a trainare la crescita dell’occupazione nell’Isola – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna questo risultato è sostenuto anche dal buon andamento dell’apprendistato, canale privilegiato per l’accesso dei giovani a un “lavoro di cittadinanza”. Quindi, anche se i dati positivi, nessuno deve esaltarsi perché le ferite della crisi devono ancora rimarginarsi”.

Ciò rafforza anche la richiesta che abbiamo fatto al Consiglio Regionale – continua Matzutzi – ovvero quella di destinare nella Legge di Bilancio Regionale, in discussione in questo periodo, almeno 30 milioni di euro alle oltre 35mila imprese artigiane, per supportarle concretamente negli investimenti e nella crescita”. “Dispiace constatare che l’intenzione del Consiglio Regionale pare sia di destinarne molte meno”. “Queste realtà – sottolinea il Presidente che vogliono definitivamente lasciarsi alle spalle la crisi, rappresentano il 22% dell’economia della Sardegna e offrono lavoro a oltre 100mila persone”.

 Per Confartigianato i dati confermano come il gap, da colmare rispetto ai massimi pre-crisi, si stia pian piano assottigliando; è importante sottolineare come non si parli di lavoro stagionale, come per esempio quello estivo, ma di posizioni stabili.

Una situazione, quella delle difficoltà dell’artigianato sardo, negli ultimi mesi analizzata anche dalla “Commissione speciale sulla grave situazione delle imprese dell’artigianato e del commercio” del Consiglio Regionale alla quale Confartigianato Sardegna ha offerto supporto attraverso diversi contributi, non tutti accolti dalla Commissione. Fra le varie proposte quella del rifinanziamento della Legge Regionale 51, della Legge 949 e della Legge 12 per l’assunzione degli apprendisti, del contrasto al lavoro nero e all’abusivismo, della promozione delle giovani imprese e lo sviluppo dell’alimentare, senza dimenticare la necessità di affrontare tutte le altre problematiche che attanagliano e bloccano il mondo artigiano.

E’ una fase cruciale per la ripresa delle attività produttive e per tutta l’economia sarda – conclude Matzutzi. I consiglieri regionali in questo momento devono dimostrare quanto sono vicini al più importante settore produttivo della Sardegna”.