“La Sardegna ha necessità di un “ponte levatoio” che la colleghi al resto dell’Italia; questo può essere costruito solo partendo dall’abbattimento dell’isolamento per arrivare al riconoscimento della condizione di insularità”.
Così il commento della Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Amelia Lai, sull’avvio, domani alla Camera, dell’iter per il riconoscimento dell’insularità dell’Isola nella Commissione Affari Costituzionali.
“Vogliamo rimanere isola ma non vogliamo più l’isolitudine – continua la Presidente – non vogliamo più rimanere prigionieri di gap, come quelli legati al credito, alla competitività, alla burocrazia, alle infrastrutture, all’energia, ai trasporti e alla produttività, che costringono le medie, piccole e micro imprese della Sardegna ad arrancare rispetto agli altri competitor italiani, europei e del bacino del Mediterraneo”.
L’Associazione degli Artigiani ricorda come per fare impresa, oggi, in Sardegna, sia necessario essere molto più bravi e molto più tenaci rispetto agli altri colleghi del resto d’Italia. Ciò è dimostrato anche solo dagli evidenti svantaggi che affliggono le realtà economiche e che non hanno nessuna compensazione da parte del Governo Nazionale.
“Dopo tanti anni di battaglie e rivendicazioni – riprende la Presidente Lai – il primo via libera da parte del Senato di qualche settimana fa, è stato il primo, concreto, passo in avanti che dovrebbe portarci a colmare una parte dei disagi legati all’insularità. Domani aspettiamo buone notizie anche dalla I Commissione della Camera ”. “Finalmente all’Isola comincia venir riconosciuta la necessità di una condizione migliore rispetto a quella che vive da 70 anni a questa parte – rimarca ancora la Presidente di Confartiginato – non la richiesta di privilegi o scorciatoie, ma solo la necessità di avere le stesse possibilità di crescita, di sviluppo, di pari diritti e opportunità che, da sempre, che hanno altre imprese di altri contesti. Gli imprenditori non vogliono assistenzialismo: chiedono solo di essere messi in grado di competere a pari regole con il resto delle realtà europee e del Mediterraneo. Ma il percorso è ancora molto lungo e la strada irta di ostacoli”.
“Come Associazione imprenditoriale – conclude la Presidente – ci batteremo fino a quando il riconoscimento dell’Insularità non verrà scritto in Costituzione. Sappiamo che non mancheranno difficoltà e qualche resistenza per il riconoscimento, nei fatti, di quella attenzione particolare prevista nella Costituzione europea. È necessario, perciò, un lavoro di squadra per riuscire a consolidare un livello elevato di attenzione sulla questione. Siamo, e saremo in futuro, di fianco al Comitato nelle azioni che poterà avanti e in tutte le attività che saranno utili a sensibilizzare imprese e cittadini”.
Secondo Confartigianato Sardegna, infatti, gli svantaggi dati dall’insularità e causati dall’oggettiva separazione dal sistema nazionale delle infrastrutture e dei servizi sono profondi e, quotidianamente, incidono sulla vita delle imprese, soprattutto di quelle piccole che in Sardegna sono più di 100mila. Basti pensare all’assenza del metano per proseguire con il nodo della continuità territoriale, da cui derivano mancanze anche sul fronte della mobilità interna. Stessa situazione le attività produttive le trovano nell’accesso al credito, nella burocrazia, nella scarsa competitività o nell’insufficiente produttività delle realtà imprenditoriali senza parlare del costo dei carburanti.
Sono questi i problemi veri con cui le imprese, per esempio quelle artigiane, devono fare i conti ogni giorno e che vanno a limitare la crescita economica e dei posti di lavoro. Problemi decisamente importanti dal punto di vista economico che erano validi nel 1948 come adesso, e per limitare i quali lo Statuto sardo dell’Autonomia è stato forse il principale strumento in campo. L’insularità, quindi, non solo come dato geografico ma anche come sviluppo storico e culturale differenziato, che ha creato una forte identità ma anche un importante svantaggio competitivo influenzando negativamente le prospettive di crescita di cittadini, imprese e di tutta l’economia. La situazione periferica e la scarsa accessibilità della Sardegna, da sempre, sono due fattori che creano seri ostacoli allo sviluppo economico e sociale, in quanto determinano costantemente costi aggiuntivi. La discontinuità territoriale data dall’insularità ci mette costantemente fuori gioco e crea svantaggi superiori e specifici.