Nel prima parte del 2020, sono ben 2.920 le imprese digitali attive in Sardegna, l’1,7% del totale delle attività produttive, in crescita del 2,4% rispetto al 2019.
Secondo gli ultimi dati disponibili, a fine giugno 2020, 385 vendono i propri prodotti via internet (13,2%), 139 hanno una attività di telecomunicazione (4,8%), 818 offrono consulenza informatica e producono software (28%), e ben 1.578 elaborano dati e creano portali web (54%).
Sono questi i numeri che emergono dal dossier “Le imprese digitali a metà 2020 ”, realizzato dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna che, attraverso i dati di UnionCamere-Movimprese 2019-2020, ha analizzato la diffusione del digitale nell’Isola.
A livello territoriale, 1.623 operano nella vecchia provincia di Cagliari (crescita del 3,4% rispetto al 2019), 852 nella provincia di Sassari-Gallura (+0,2%), 276 in quella di Nuoro (+3,8%) e 169 in quella di Oristano (+1,2%).
Dall’elaborazione dell’Associazione Artigiana, emerge anche come nei mesi della crisi tra le micro e piccole imprese sarde il 19,9% abbia introdotto o diffuso lo smart working e di come il 29,7% abbia utilizzato canali alternativi di vendita, incrementando così l’uso dell’e-commerce.
Spiegano il Presidente e il Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Antonio Matzutzi e Daniele Serra: “L’intensificazione del lavoro agile, il maggiore utilizzo del canale digitale da parte delle imprese e la crescita dei volumi di commercio elettronico, durante i mesi della crisi Covid-19, hanno creato nuove opportunità per le imprese digitali, bilanciando il calo di domanda determinato dalla recessione”. “L’effervescenza della domanda, nel corso della crisi – continuano Matzutzi e Serra – ha delineato per il settore dell’informatica un andamento in controtendenza. Nei primi sei mesi del 2020 il fatturato dei servizi digitali segna, infatti, un aumento dello 0,5% nonostante la caduta del 17% delle vendite del totale dei servizi”.
Nel secondo trimestre del 2020, inoltre, l’occupazione del settore segna un aumento del 4,1% a fronte di una diminuzione del 3,6% del totale degli occupati.
“La trasformazione digitale in corso, seppur rallentata dalla crisi legata al Covid-19 – sottolineano Presidente e Segretario – tornerà a caratterizzare la prossima ripresa, anche grazie agli interventi volti a sostenere la domanda di tecnologie digitali”.
Dall’analisi si nota anche come, nell’ultimo anno, le imprese digitali siano cresciute del +2,4% in controtendenza rispetto al -0,4% osservato per il totale delle attività produttive; anche le imprese digitali artigiane sono in crescita del +2,15% a fronte di una diminuzione del totale delle imprese artigiane (-0,6%).
“Nella nostra regione, la manifattura digitale artigiana sta scontando il boom degli anni passati, quando era facile creare una start up e difficile stare sul mercato – proseguono Matzutzi e Serra – però che nella nostra Isola operino quasi 3mila imprese digitali è un segnale incoraggiante ed esplicativo della situazione attuale, che denota come gli imprenditori 4.0 abbiano saputo cogliere e sviluppare le opportunità dell’innovazione”. “Quello della digitalizzazione delle imprese è un percorso ancora lento soprattutto per le realtà che negli anni hanno costruito solide reti commerciali “tradizionali” – rimarcano Presidente e Segretario– la trasformazione va gestita soprattutto durante il passaggio generazionale. Rimandare questo “salto” può significare restare fuori da opportunità di crescita”.
Anche il Governo ha compreso come il digitale non rappresenti più semplice opzione ma una vera e propria necessità. Infatti, per tutte le imprese italiane, e quindi anche per quelle della Sardegna, una spinta importante alla digitalizzazione potrebbe arrivare dal Recovery Fund, i fondi che l’Europa metterà a disposizione per la rinascita dell’Italia.
“Questa del Recovery Fund è un’occasione che la nostra Isola non può lasciarsi sfuggire – riprendono Matzutzi e Serra – per questo auspichiamo che anche da noi possa arrivare una cospicua fetta di finanziamenti che servirebbero a concludere il progetto della Banda Ultra Larga, ridurre al massimo i costi di transazione della trasformazione digitale e incentivare all’acquisto di soluzioni tecnologiche adeguate che portino un reale sviluppo digitale delle imprese”. “Nessuno può, infatti, dimenticare come, durante la fase acuta dell’emergenza Coronavirus, tante aziende sarde siano state costrette a chiudere improvvisamente, senza una data certa di riapertura – concludono Presidente e Segretario – molte realtà hanno potuto continuare ad operare grazie a strumenti e soluzioni digitali, come lo smart working, ma anche l’e-commerce”.